Forse i più attenti alle curiosità se lo ricorderanno. Il semaforo che, al posto del classico pulsante per "chiamare" il verde, proponeva una partita a Pong contro un'altra persona posizionata dall'altra parte della strada. L'invenzione di alcuni studenti tedeschi aveva stupito il mondo nel 2012, ma si trattava solamente di un video creato per un progetto scolastico: un fake, insomma, ma dalle caratteristiche estremamente interessanti.
Tanto da richiamare l'attenzione di un'azienda tedesca, la Urban Invention, che proverà a portare nella realtà il concept sviluppato due anni fa. La reazione positiva di tutto il mondo ha portato alla progettazione ed installazione di alcuni prototipi in Germania, questa volta pienamente funzionanti e basati sul video pubblicato nel 2012.
Quando qualcuno si avvicina al semaforo, il gioco si avvia. A quel punto è possibile sfidare l'avversario dall'altra parte della strada ad una partita a Pong utilizzando un display touchscreen, in maniera del tutto simile a quanto visto nel filmato virale. Il gioco termina quando il semaforo diventa verde.
I creatori sono partiti da questi prototipi per creare una campagna di crowdfunding su Indiegogo, dove sperano di ottenere i finanziamenti necessari per perfezionare l'hardware e il software del gioco. Se avranno successo, gli innovativi passatempi potrebbero arrivare presto sulle strade di tutta la Germania e, perché no, di tutta Europa.
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Gli sviluppatori hanno espresso il desiderio di utilizzare gli schermi per altre applicazioni. Alcune di esse sarebbero decisamente funzionali, come le notizie e la navigazione, altre sembrano un po' bizzarre, come lo speed dating. Ci ritroveremo ad utilizzare una sorta di Tinder al semaforo?
La campagna di crowdfunding è partita a rilento; attualmente i creatori hanno raccolto circa 350 euro a fronte di una richiesta di 35 mila euro. Le donazioni si sono aperte lo scorso 20 novembre e si chiuderanno il prossimo 19 gennaio 2015. Potete supportare gli studenti effettuando un'offerta sul sito della raccolta fondi.
