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Anche l’Italia avrà una struttura di cyber-difesa nazionale

Il governo è impegnato nella creazione di un organismo che operi per prevenire e combattere eventuali attacchi terroristici di tipo informatico. Al vaglio anche il necessario passaggio allo standard IPv6 in cui l’Italia è ancora indietro.
A cura di Angelo Marra
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L'Italia sarà protetta, almeno sulla carta, da attacchi cybernetici verso le sue strutture sensibili. Il Governo infatti è al lavoro per istituire un organismo che adoperi tutte le misure necessarie per combattere questo genere di attacchi. Ammesso che sia possibile, certo, visto che al momento l'unico caso in cui una nazione è stata in grado di respingere un attacco hacker si è registrato nello “scontro” di qualche mese fa tra il Vaticano e Anonymous. Per il resto almeno per il momento a ben poco sono servite tutte le soluzioni adottate negli altri paesi, vittime chi prima e chi dopo di incursioni dei pirati digitali. Si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di azioni dimostrative, non finalizzate quindi a creare danni a cose e persone (se non all'immagine di aziende e politici) ma non si può escludere che in un futuro nemmeno remoto il terrorismo internazionale possa utilizzare anche la strada della rete per colpire i suoi bersagli. Non sono ancora note le misure che il nostro paese intende approvare per contrastare questo tipo di pericolo, l'organismo dovrà prima analizzare lo stato della rete italiana per individuare quali soluzioni adoperare in merito. Uno dei primi interventi però sarà quello relativo agli indirizzi internet utilizzati in Italia. Nel nostro paese infatti stenta ancora a decollare lo standard IPv6 che consentirebbe l'assegnazione di un numero esponenzialmente superiore di indirizzi ip rispetto all'obsoleto IPv4. All'estero lo standard ha già messo piede mentre in Italia siamo ancora molto indietro, rischiando la saturazione della rete ed allo stesso tempo maggiori difficoltà nell'individuazione di reati informatici. Il Governo perciò si è impegnato con massima urgenza ad individuare ed applicare gli interventi necessari perchè anche il nostro paese utilizzi il nuovo standard IPv6 prima di adeguarsi a misure di protezione più avanzate.

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