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Anonymous attacca i siti di Carabinieri, Ministero dell’Interno e della Difesa

Nuova ondata di attacchi da parte dei cyber attivisti verso obiettivi italiani. Questa volta ad essere presi di mira sono stati i siti di due dicasteri e quelli dell’Arma, resi inaccessibili per alcune ore. Il gruppo ha poi rivendicato l’attacco sulle pagine del suo blog.
A cura di Angelo Marra
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L'Italia di nuovo nel mirino di Anonymous, il gruppo di attivisti informatici già noto per i numerosi attacchi verso obiettivi politici ed istituzionali di tutto il mondo, compreso il nostro Paese. I portali Carabinieri.it, Interno.it e Difesa.it sono risultati irraggiungibili per alcune ore questa mattina in seguito all'ormai canonico attacco D-DoS, lo strumento tradizionalmente utilizzato dai pirati. Il team ha poi reso note le motivazioni del proprio gesto con un comunicato al vetriolo apparso sulle pagine del suo blog italiano in cui Anonymous ha rivendicato l'attacco.

Per ciò che riguarda il sito dei Carabinieri, il gruppo di cyber attivisti tira in ballo i recenti scontri tra le forze dell'ordine e gli operai dell'ALCOA durante i quali i manifestanti sarebbero stati presi a manganellate e malmenati. Inoltre Anonymous approfitta della prossima uscita del film “Diaz” per ricordare come non solo non sia stata ancora fatta luce sui tragici eventi di Genova e sulle responsabilità di Polizia e Carabinieri, ma anche come il Ministero dell'Interno abbia imposto il silenzio assoluto alle forze dell'ordine riguardo alla pellicola di Daniele Vicari,“un becero e antidemocratico tentativo” secondo Anonymous ”di imbavagliare chi volesse offrire la propria testimonianza in merito agli orrori che quel torrido Luglio ospitò”.

Il gruppo non manca poi di prendersi gioco degli infiltrati che indagano su di loro, oggetto di “interminabili momenti di ilarità di cui loro, molto probabilmente, non sanno di essere protagonisti”. Anonymous sembra non aver alcuna intenzione di interrompere i suoi attacchi all'Italia, una promessa di cui è difficile dubitare visti i numerosi colpi delle ultime settimane  come l'attacco ai siti di Paola Binetti, Lorenzo Ria e Miss Padania o quelli di  Giovanni Fava e della Lega, solo per citarne alcuni.

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