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Anonymous, attaccati i siti web del governo per vendicare i compagni arrestati

Dopo alcuni mesi di silenzio, il gruppo italiano di Anonymous è tornato in azione e negli ultimi giorni ha portato a termine diverse operazioni “per vendicare i fratelli arrestati”, Fabio Meier (Otherwise) e Valerio Camici (Aken), due esponenti di grande importanza all’interno della comunità hackitivst italiana.
A cura di Matteo Acitelli
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Dopo alcuni mesi di silenzio, il gruppo italiano di Anonymous è tornato in azione e negli ultimi giorni ha portato a termine diverse operazioni "per vendicare i fratelli arrestati", Fabio Meier (Otherwise) e Valerio Camici (Aken), due esponenti di grande importanza all'interno della comunità hackitivst italiana. Gli agenti della Polizia postale del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic), nel corso dell'operazione "Unmask", hanno infatti posto agli arresti domiciliari i due poiché sono sospettati di aver violato il sistema informatico di Expo 2015 ma anche di aver bucato siti istituzionali e di importanti aziende tra cui quello della presidenza del Consiglio, il portale della Corte Costituzionale, l’Eni e il sito web del Ministero della Difesa. Per vendicare Otherwise e Aken, un nuovo gruppo legato ad Anonymous ha quindi iniziato a colpire numerosi portali web all'interno di una nuova operazione: #Ghost.

Tra i siti web colpiti dai componenti di Anonymous Italia troviamo il sito della confederazione autonoma del commercio e del turismo (www.sistemacommercio.it), il sito della compagnia telefonica Wind, il sito della confederazione di esattorie e assicurazioni (www.uilca.it), il sito dell’agenzia nazionale per la sicurezza di volo (www.ansv.it), il sito dell’Unione nazionale dei Carabinieri (www.carabinieri-unione.it) e il sindacato di polizia UIL (www.uilpolizia.it). Inoltre sono stati registrati attacchi informatici anche a siti più istituzionali come il sito della conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni (www.statoregioni.it), il sito del dipartimento della funzione pubblica della presidenza del Consiglio dei ministri (www.mobilita.gov.it) e il sito dedicato ai trasporti ed al turismo ferroviario (www.ferrovie.it), in questo ultimo caso con lo scopo di manifestare il loro dissenso sulla Tav.

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