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Banda larga, presentato il piano del governo: “Gli operatori decideranno la tecnologia”

E’ stato presentato un nuovo documento programmatico contenente le linee guida per consentire all’Italia di eliminare il gap con gli altri membri della Ue per quanto riguarda il divario tecnologico. Nessun decreto legge ma un documento elaborato dall’Agid che dovrebbe consentire di portare a compimento l’obiettivo di agenda 2020: 100% di copertura a 30Mbps e 85% di copertura a 100 mbps.
A cura di Matteo Acitelli
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E' stato presentato un nuovo documento programmatico contenente le linee guida per consentire all'Italia di eliminare il gap con gli altri membri della Ue per quanto riguarda il divario tecnologico. Nessun decreto legge ma un documento elaborato dall’Agid (Agenzia per l'Italia Digitale) che dovrebbe consentire di portare a compimento l’obiettivo di agenda 2020: 100% di copertura a 30Mbps e 85% di copertura a 100 mbps. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio ha affermato che questa è una "grande occasione soprattutto per le regioni del Sud Italia".

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Come conferma anche il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, il Governo non obbligherà gli operatori ad utilizzare una determinata tecnologia, "questa sarà scelta degli operatori privati". Inizialmente si era infatti parlato di un piano che puntava a sostituire il rame con la fibra ottica entro il 2030, un'idea che ha allarmato subito Telecom Italia, poi ridimensionata dagli stessi autori: "Non sarà presentato alcun decreto su Telecom o che imponga arbitrari spegnimenti della rete in rame" ha specificato Antonello Giacomelli, sottosegretario alle Comunicazioni.

Il governo investirà fino a 12,5 miliardi di risorse per cercare di raggiungere l'obiettivo entro il 2020: 6,5 miliardi tra fondi europei e nazionali, 2 miliardi impegnati dalle aziende e 4 miliardi di investimenti da parte degli operatori. Per facilitare l'organizzazione della strategia nazionale per la banda ultralarga sono stati individuati 4 cluster differenti: il cluster A riguarda le 15 città più popolose e le aree industriali e riguarda circa il 15% della popolazione italiana che insieme al cluster B (Ca 1130 comuni, 45% della popolazione) riceverà un upgrade da 30Mbps a 100Mbps. Nel cluster C e D invece si garantirà un'infrastruttura da almeno 30Mbps. Oltre al piano banda ultralarga il governo ha adottato anche il piano Crescita digitale. Attualmente l'Italia ha una velocità media di connessione pari a 9,18 Mbps, al 94esima posizione su 198 Paesi osservati. Secondo il portale Internet World Stats, in Italia la penetrazione di Internet si ferma al 58,6% della popolazione. Analizzando il dato a livello europeo la situazione non migliora, il nuovo indice dell'economia e della società digitale (Desi), diffuso dalla Commissione Ue mette infatti in evidenza che l'Italia è fra i Paesi meno digitali in Europa.

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