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Caso Regeni, si indaga sul software spia dell’Hacking Team: “Forse usato contro Giulio”

L’azienda italiana Hacking Team, una delle più conosciute al mondo per i sofisticati strumenti che vende a governi e agenzie di sicurezza, è finita nuovamente al centro dell’attenzione in merito al caso di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano ucciso al Cairo lo scorso gennaio.
A cura di Marco Paretti
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hacking team iphone

L'azienda italiana Hacking Team, una delle più conosciute al mondo per i sofisticati strumenti che vende a governi e agenzie di sicurezza, è finita nuovamente al centro dell'attenzione in merito al caso di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano ucciso al Cairo lo scorso gennaio. Il 31 marzo il Ministero dello sviluppo economico (Mise) ha revocato la licenza d'esportazione all'azienda milanese, che ora non potrà più esportare liberamente i suoi software a livello globale. L'Hacking Team avrà la possibilità di continuare a distribuire i programmi-spia in Europa, ma per farlo al di fuori dell'Ue dovrà richiedere autorizzazioni speciali che andranno vagliate singolarmente.

I clienti "scomodi" dell'Hacking Team

Il Mise torna quindi sui propri passi – era stato proprio il Ministero ad aver concesso la licenza circa un anno fa – anche a causa delle problematiche che hanno visto contrapporsi l'Italia e l'Egitto sul caso di Giulio Regeni, che il documento di revoca definisce "mutate situazioni politiche". Il motivo è semplice: in passato l'Hacking Team avrebbe venduto il suo software all'intelligence egiziana, come dimostrato dai documenti rilasciati in seguito all'attacco informatico che ha colpito l'azienda milanese lo scorso luglio. Intrusione che aveva rivelato l'esistenza di rapporti tra la realtà italiana e diverse nazioni con le quali, fino ad oggi, l'Hacking Team poteva trattare senza scomodare ogni volta il Mise. Si parla di nazioni come Arabia Saudita, Uzbekistan, Marocco, Sudan ed Etiopia, oltre che, ovviamente, l'Egitto.

regeni-giulio

Il coinvolgimento nel caso Regeni

Ad aver avanzato qualche dubbio sull'operato dell'Hacking Team nel paese dove è morto Regeni sono state due interrogazioni parlamentari basate su un documento di Privacy International, nel quale vengono descritte le modalità con le quali il governo egiziano spia dissidenti e giornalisti. Tra le altre soluzioni, il Technical Research Department lo farebbe proprio con il software dell'Hacking Team. Il Mise si chiede quindi "se la vendita ai servizi egiziani del software sia stata autorizzata dal Ministero dello sviluppo economico, quali siano state le verifiche fatte e le motivazioni per tale autorizzazione e se il Ministero dello sviluppo economico abbia approfondito a quale organizzazione governativa egiziana fosse destinato". Ma anche e soprattutto "se esistano elementi per escludere che il software sia stato usato, in qualche modo, contro Regeni".

Il CEO Vincenzetti: "Otterremo nuovamente la licenza"

In attesa di risposte, il Ministero ha revocato la licenza d'esportazione, sottolineando anche l'importanza di "approfondimenti ed elementi di valutazione del rispetto dei diritti umani" quando viene considerata "l’autorizzazione all’export delle dual use technology da parte del Ministero dello sviluppo economico". In risposta alla notizia, il CEO di Hacking Team, David Vincenzetti, ha inviato una nota interna nella quale spiega di aver già attivato i legali dell'azienda per ottenere nuovamente l'autorizzazione per l'esportazione al di fuori dell'Europa. Restrizioni simili erano già state attuate contro la realtà milanese nel 2014, quando il Mise revocò la licenza per pochi mesi, salvo poi essere ritirate anche grazie alla forte attività di lobby praticata dall'azienda.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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