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Chiuso sito di incontri: tre milioni di uomini e una sola donna

Tre milioni di utenti, ma solo una donna. Una situazione assurda se si pensa che il servizio caratterizzato da questa disparità era un sito d’incontri online. Gli utenti pensavano di parlare con ragazze e donne, ma in realtà stavano chattando con uomini nascosti dietro profili creati ad hoc.
A cura di Marco Paretti
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Tre milioni di utenti, ma solo una donna. Una situazione assurda se si pensa che il servizio caratterizzato da questa disparità era un sito d'incontri online. Gli utenti pensavano di parlare con ragazze e donne, ma in realtà stavano chattando con uomini nascosti dietro profili creati ad hoc. Gli investigatori, una volta scoperta la truffa, hanno arrestato otto responsabili del Tetsuo Miura Group; obbligavano gli impiegati a fingersi donne per adescare potenziali clienti, i quali, ovviamente, dovevano pagare per poter interagire con i profili femminili. Che, però, erano falsi. A parte uno su tre milioni.

I dipendenti erano persino spinti dai responsabili a rispondere velocemente tramite mail o messaggi ai vari utenti, in modo da far credere a questi ultimi di avere una buona possibilità di successo. Anche se, ovviamente, le "ragazze" non avevano nessuna intenzione di uscire con gli utenti. Uno di quelli più attivi avrebbe speso oltre 100 mila dollari per poter chattare con le (finte) ragazze, mentre gli investigatori ipotizzano che i creatori del portale giapponese abbiano raccolto circa 52,7 milioni di dollari durante i 10 anni di servizio del sito.

In Giappone esiste persino un termine per descrivere questo tipo di frode informatica: Sukura. Nel paese asiatico, infatti, queste truffe portate avanti attraverso portali web sono piuttosto diffuse, tanto da aver preoccupato seriamente l'associazione consumatori giapponese: negli ultimi mesi sono state lanciate campagne di sensibilizzazione per informare i cittadini sui pericoli di siti come questo. Oltre alla truffa costituita dal fatto che un uomo si finge una donna, la situazione è aggravata dal fatto che gli utenti devono pagare per poter chattare con gli account femminili e vengono spinti ad acquistare account premium per accedere a ulteriori funzionalità.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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