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Cocontest, la protesta degli architetti arriva in Parlamento

Il 12 maggio scorso in Parlamento è approdata un’interrogazione diretta al Ministero dello Sviluppo Economico con oggetto la richiesta di procedere a verificare sull’effettiva legittimità di Cocontest. La startup ha realizzato una piattaforma online che permette all’utente di scegliere il miglior progetto selezionato attraverso una gara tra designer.
A cura di Francesco Russo
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Cocontest è una startup italiana che ha realizzato una piattaforma online, basata sul crowdsourcing, dedicata all'interior design che permette all'utente di scegliere il miglior progetto selezionato attraverso una gara tra designer. Di recente, è stata scelta per partecipare a uno dei programmi di “500 Startups”, un importante acceleratore di startup americano, che si terrà a Mountain View, in Silicon Valley. E' quindi una startup che ha ideato un progetto di successo apprezzato molto anche all'estero. Ma il 12 maggio scorso in Parlamento è approdata un'interrogazione diretta al Ministero dello Sviluppo Economico con oggetto la richiesta di procedere a verificare sull'effettiva legittimità di Cocontest.

L'interrogazione parlamentare porta la firma di 9 deputati provenienti da schieramenti politici diversi, quindi sia di destra che di sinistra, e secondo loro la piattaforma realizzata dalla startup "presenta dei lati oscuri" costituendo un'offesa per la categoria professionale degli architetti.

Quindi, secondo questo gruppo di parlamentari Cocontest sarebbe "un'attività illegale" che violerebbe leggi italiane e direttive europee regolanti il rapporto tra clienti e la categoria professionale degli architetti. Nell'interrogazione si fa anche riferimento ad uno spot video andato in onda su Sky che i parlamentari ritengono essere "denigratoria nei confronti di un’intera professione".

Gli stessi parlamentari firmatari dell'interrogazione fanno parte della categoria degli architetti, come appunto l'On. Serena Pellegrino, prima firmataria (SEL), e anche l'On. Fabio Rampelli (FdI), i quali sostengono la loro posizione affermando con certezza che l'attività svolta da Cocontest sia da ritenersi "illegale" e di voler dichiarare una vera e propria guerra fino a quando non avranno ottenuto ciò che vogliono. Secondo l'On. Pellegrino questo tipo di servizi rischiano di "schiavizzare" i professionisti, nel senso di rendere gli architetti schivi del mercato.

E' la prima volta che in Italia, in Parlamento, approda una interrogazione di questo tipo.

Ma per comprendere meglio la situazione del mercato è bene fare riferimento ai dati del "Rapporto 2013 sulla professione di Architetto" che mette in evidenza che in Italia negli ultimi 20 anni gli architetti siano raddoppiati, sono 150 mila, cioè 5 per ogni 2 mila abitanti. Il rapporto mette in evidenza anche la situazione reddituale della categoria: "a 10 anni  dal conseguimento del titolo di secondo livello il reddito mensile medio netto di un giovane architetto risulta di circa 1.300 euro, contro una media complessiva di 1.600 euro". Inoltre il 40% della categoria guadagna meno di 1.000 euro al mese e che la crisi economica ha finito per ridurre di un terzo il reddito annuo. A questo va associato anche una crisi generale del settore della progettazione, in calo del 36%.

Altro dato importante che emerge dal rapporto è che, di fronte a questa situazione, il 40% degli architetti intervistati pensa di andare a lavorare all'estero. Infine il rapporto pone l'accento sulle nuove tecnologie, invitando la categoria a tenerne conto in un'epoca in cui il digitale sta coinvolgendo un po' tutti i settori professionali.

Alla luce di questi dati, forse gli stessi parlamentari avrebbero dovuto considerare questo rapporto, molto recente tra l'altro, che offre uno spaccato diverso e che progetti come quello di Cocontest non sono certo un danno per la categoria stessa, ma forse un'opportunità.

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