Facebook vi spia anche nel sonno. O meglio, voi, grazie a Facebook, potete spiare il sonno dei vostri contatti senza farvi scoprire. Lo ha dimostrato uno sviluppatore danese, Søren Louv-Jansen, con uno strumento che si basa sui dati pubblicamente disponibili all'interno del social network di Zuckerberg. Questo software, sviluppato direttamente dall'uomo, sfrutta vari elementi legati alle azioni degli utenti svolte sul sito e nell'applicazione Messenger ehe Facebook conserva sui propri server. Grazie a questi apparentemente banali dettagli, Louv-Jansen è riuscito a creare una vera e propria mappa del sonno degli utenti, con tanto di abitudini e orari.
Il segreto è piuttosto semplice e, in realtà, si basa su informazioni che noi stessi forniamo al social network. L'ultima azione compiuta prima di andare a dormire – spesso dallo stesso letto – e la prima di ogni mattina è per molte persone quella di controllare Facebook o mandare gli ultimi (o i primi) messaggi all'interno dell'applicazione per la messaggistica istantanea Messenger. In questo modo stiamo, di fatto, fornendo al portale le informazioni sui nostri orari e sulle abitudini in materia di sonno, con dati piuttosto precisi nel caso di utenti abitudinari. Il software dell'uomo sfrutta questi dati, che controlla ogni 10 minuti, per restituire uno spaccato degli orari legati al riposo degli utenti.
In questo modo, per esempio, ha scoperto che il sonno dei suoi amici era regolare nel corso della settimana e ben più casuale durante il weekend. Louv-Jansen ha spiegato come utilizzare il suo strumento all'interno di un post su Medium, dove è presente una guida per sfruttare il software anche con i propri contatti. Ovviamente i vertici di Facebook, una volta scoperto lo stratagemma, non si sono dimostrati entusiasti della soluzione e hanno chiesto all'uomo di scoraggiare l'utilizzo del software, che violerebbe i termini di servizio. "Il mio obiettivo non è spiare i miei amici" ha risposto il creatore. "Voglio che le persone realizzino il fatto che stanno lasciando impronte digitali un po' ovunque".
