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Con i diamanti nucleari le batterie dureranno 5mila anni

Il segreto per batterie eterne? Diamanti realizzati a partire dalle scorie nucleari. È questo il progetto di alcuni ricercatori dell’Università di Bristol per trasformare la radioattività dei diamanti ottenuti dai gas radioattivi in energia elettrica pressoché infinita.
A cura di Marco Paretti
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diamante batterie nucleare

Il segreto per batterie eterne? Diamanti realizzati a partire dalle scorie nucleari. È questo il progetto di alcuni ricercatori dell'Università di Bristol per trasformare la radioattività dei diamanti ottenuti dai gas radioattivi in energia elettrica pressoché infinita. Teoricamente, grazie a questa tecnica, sarà possibile ottenere sia una batteria estremamente longeva che una soluzione parziale al problema dello smaltimento delle scorie radioattive, che in questo modo avrebbero un'utilità. Il prototipo realizzato dai ricercatori sfrutta il Nickel-63 e ha una longevità di 100 anni.

Il progetto è però quello di recuperare le scorie radioattive prodotte dalle centrali nucleari negli anni, il cui Carbonio-14 potrebbe arrivare a fornire energia a batterie praticamente eterne: l'emivita del materiale si attesta su più di 5.700 anni. La procedura per generare energia passerebbe appunto dalla creazione di questi diamanti nucleari: strutture sicure che conterrebbero le radiazioni e consentirebbero di fornire energia ai dispositivi per migliaia di anni. Se però state già pensando ad uno smartphone "immortale" rimarrete delusi: un grammo di Carbonio-14 può generare solo 15 joule al giorno, troppo poco per tenere in vita un dispositivo del genere.

Per fare un paragone, una batteria standard di tipo AA è in grado di generare 700 joule per grammo. Il lato negativo, però, è che le comuni batterie si esauriscono in una giornata se utilizzate in maniera continuativa, mentre i diamanti nucleari, nonostante la bassa energia fornita, potrebbero durare migliaia di anni. Restano comunque diversi dubbi sulla produzione e sull'utilizzo di questa soluzione: sicuramente potrebbe essere utilizzata in dispositivi che richiedono poca energia e che sono difficili da ricaricare, come i dispositivi medici inseriti nel corpo, i droni e alcuni componenti dei satelliti. Il nostro smartphone avrà aspettare.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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