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Confindustria Digitale chiede al Governo l’Iva al 10% per l’e-commerce italiano

L’associazione di imprese italiane che operano nel web ha avanzato alcune proposte all’esecutivo per incentivare lo sviluppo del commercio digitale per il nostro Paese; tra queste anche l’abbassamento dell’Iva al 4% per i contenuti editoriali online.
A cura di Angelo Marra
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Negli ultimi mesi il Governo Monti sembra impegnarsi, almeno sulla carta, perchè gli obiettivi dell'Agenda Digitale per l'Italia si concretizzino nel più breve tempo possibile. Da questo punto di vista l'esecutivo, in particolare i Ministri Passera e Profumo, stanno lavorando alacremente sia per lo sviluppo e l'ampliamento delle infrastrutture sia per la promozione e l'utilizzo degli OpenData e di tutti gli altri vantaggi che derivano da una maggiore informatizzazione del Paese. Per una volta quindi la politica sembra essersi attivata, seppur con qualche clamoroso scivolone come quello che riguarda la spinosa questione AgCom. Allo stesso tempo le statistiche sull'utilizzo della rete in Italia ci suggeriscono come sempre più italiani utilizzino internet per adempiere oneri burocratici ed amministrativi, oltre ad una crescente diffusione di terminali mobili e un impegno costante dei gestori privati per il potenziamento delle reti.

Non si può dire certo che “l'Italia sia fatta” ma di sicuro ora l'impegno più gravoso è quello di “fare gli italiani”. Il problema riguarda principalmente l'e-commerce che in Italia ha trovato un mercato più ostico di quanto ci si potesse aspettare. Il commercio digitale in Italia non funziona, non riesce a decollare per una serie di ragioni, a partire dall'ineducazione degli italiani ad un utilizzo del pc che non sia ludico a finire alla crisi economica generale che colpisce naturalmente anche questo settore, oltre ad un diffuso scetticismo verso gli acquisti in rete. Il Governo pertanto non può limitarsi ad intervenire solo per questioni tecniche o infrastrutturali ma deve legiferare in modo tale da spingere l'e-commerce in Italia, sicuramente un settore in crescita e un possibile volano per uscire dallo stagnamento economico.

Da questo punto di vista le idee non mancano, come quelle sottoposte all'esecutivo da Confindustria Digitale, l'associazione che riunisce il meglio del made in Italy 2.0: Iva al 10% per le piattaforme che svolgono commercio digitale in Italia e al 4% per i contenuti editoriali online, oltre ad incentivi per la dismissione di molte pratiche burocratiche tramite i canali ordinari a favore di quelli elettronici. Una serie di interventi che sicuramente avvantaggerebbero un settore che da solo può condizionare fino a 4-5 punti percentuali nel PIL nazionale e che ora sono al vaglio del Governo. Staremo a vedere.

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