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“Copia e incolla, non condividere”: ecco perché le bufale circolano così

“Copia e incolla il messaggio, non condividere questo post”. Il messaggio accompagna ormai innumerevoli bufale su Facebook, ma quali sono le motivazioni che spingono i creatori a scegliere questo approccio?
A cura di Marco Paretti
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"Copia e incolla il messaggio, non condividere questo post". Se nell'ultimo periodo avete utilizzato Facebook anche per pochi minuti, probabilmente vi sarete imbattuti in messaggi che si concludevano con questa particolare richiesta: non condividere il messaggio cliccando sull'apposito tasto, ma copiarlo e incollarlo nel proprio stato, in modo da creare un contenuto nuovo ma caratterizzato dallo stesso testo. Ovviamente il più delle volte al centro del messaggio si trova una bufala, come quella secondo la quale una sorta di richiesta indirizzata al social network gli impedirebbe di accedere ai nostri dati personali. Ma anche richieste d'aiuto dalla dubbia provenienza o vere e proprie notizie condivise in maniera virale all'interno del social network. Quali sono, quindi, le motivazioni che spingono i creatori a scegliere questo approccio?

D'altronde, come spiegavamo su queste pagine, spesso le bufale servono proprio ad aumentare la base d'utenza di una determinata pagina, il più delle volte chiedendo di interagire con i post in modo da aumentare gli utenti raggiunti dagli stessi. Nel caso dei messaggi copia-incollati, invece, l'effetto è esattamente l'opposto. E in parte questo elemento è proprio il motivo dietro a questa scelta. Chiedendo agli utenti di copiare e incollare il messaggio, questo diventa una vera e propria forza virale che non ha una sola testa, ma molteplici: difficile risalire al testo originale se non utilizzando i sistemi interni a Facebook, compresi quelli resi disponibili ai giornalisti. Così verificare una fonte diventa quasi impossibile per la maggior parte delle persone, che vengono spinte a condividere un testo sulla fiducia spesso sostenuta da improbabili avvocati o forze di polizia citate nel testo.

L'altro elemento importante che ha portato alla realizzazione di questo stratagemma è il discorso della portata dai post. Come i più esperti sapranno, Facebook è governato da un algoritmo che attribuisce ad ogni contenuto pubblicato sulle sue pagine una sorta di priorità: non ci è dato sapere precisamente come funziona, ma sappiamo a grandi linee che i link vengono spesso declassati, mentre le immagini godono di una spinta in più, così come i video. I post di altri ricondivisi, per esempio, non sono caratterizzati da una spinta virale eccessiva: pensateci, è difficile vederne girare uno se questo non è accompagnato da un contenuto multimediale. Qui entra in gioco il copia e incolla. Chiedendo agli utenti di creare un nuovo post con il testo copiato, il sistema ideato da chi fa circolare le bufale scavalca questa limitazione affibbiata dall'algoritmo ai post condivisi e sfrutta un nuovo post (solitamente ben visto da Facebook) per spingere con ancora più forza la bufala. Insomma, forse non ci saranno grossi pericoli per la propria sicurezza, ma seguendo queste richieste si contribuisce a rendere una notizia falsa virale e difficilmente rintracciabile.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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