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Corte UK: lo scambio informazioni tra NSA e GCHQ era illegale

L’Investigatory Powers Tribunal di Londra ha oggi stabilito con sentenza che le attività della GCHQ (Government Communication Headquarters), l’agenzia governativa britannica per la sicurezza nazionale, l’equivalente della NSA per gli Usa, erano illegali fino al dicembre scorso in quanto “violavano le leggi sui diritti umani”
A cura di Francesco Russo
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L'Investigatory Powers Tribunal di Londra ha oggi stabilito con sentenza che le attività della GCHQ (Government Communication Headquarters), l’agenzia governativa britannica per la sicurezza nazionale, l’equivalente della NSA per gli Usa, erano illegali fino al dicembre scorso in quanto "violavano le leggi sui diritti umani". E' la prima volta in 15 che un tribunale britannico interviene sulle attività di intelligence dell'autorità. In particolare, l'IPT sostiene che le attività di intelligence che la GCHQ ha svolto per conto della NSA erano illegali.

Il tribunale ha rilevato che la partnership tra le due agenzie e lo scambio di informazioni che ne è seguito attraverso il tanto discusso schema "PRISM" della NSA, insieme ad altri strumenti, serviva anche ad accedere alle email personali di singoli individui, violando i diritti umani, ossia privacy e libertà di espressione.

E qualche settimana fa le nuove dichiarazioni di Edward Snoweden aveva portato alla luce l'attività della GCHQ di intercettazioni delle caselle email di decine di migliaia di giornalisti di diverse testate internazionali come The Guardian, New York Times, Le Monde, Reuters, The Sun, Nbc e Whashington Post. Si è trattato di circa 70 mila messaggi intercettai in 10 minuti di tempo.

Lo stesso Investigatory Powers Tribunal (istituito nel 2000) ha però precisato nella sentenza che le attività della GCHQ da dicembre ad oggi sono da ritenersi legali. L'IPT è una delle poche corti che possono emettere giudizi sulle attività di intelligence della GCHQ e nella sentenza di oggi ha specificato che per anni, cioè dal 2007 (anno in cui è stato introdotto PRISM) al 2014, l'agenzia non ha informato adeguatamente su che tipo di informazioni stesse raccogliendo.

Ovviamente la sentenza sta sollevando discussioni e polemiche tra i sostenitori e i funzionari governativi e le associazioni a difesa della privacy che da tempo avevano segnalato all'IPT di intervenire con un giudizio. I funzionari governativi, dal un lato, sostengono che le attività di scambio di informazioni tra NSA e GCHQ avvengono con un mandato governativo all'interno di un'attività di intelligence di anti-terrorismo; mentre dall'altro lato le associazioni e i critici sostengono che PRISM ha offerto loro la possibilità di raccogliere informazioni senza alcun ostacolo, raccogliendo ciò che volevano, quando lo voelvano e da chiunque lo volevano.

In una dichiarazione GCHQ sostiene che il giudizio si concentra "su una questione storica", aggiungendo prò che le attività svolte in quegli anni fossero rispondenti alle norme vigenti sulla privacy.

La sentenza, tuttavia, sembra tradursi in un buffetto sulla guancia, senza conseguenze particolari. Però è utile a stabilire il fatto che storicamente c'è stato un uso forzoso degli strumenti di intelligence, al punto da violare i diritti umani.

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