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Crollano le azioni Nintendo: gli investitori si sono accorti che non ha sviluppato Pokémon Go

In molti hanno attribuito la paternità di Pokémon Go a Nintendo, cosa di fatto non vera: a sviluppare l’app è stata Niantic. Ora che gli investitori se ne sono accorti, le azioni sono crollate del 17 percento facendo perdere a Nintendo circa 6,4 miliardi di dollari.
A cura di Marco Paretti
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I Pokémon, si sa, sono da sempre legati a Nintendo, l'azienda giapponese che venti anni fa ha deciso di pubblicare un titolo particolare e anche un po' temerario, riuscendo però ad ottenere un enorme successo e a dare vita ad un fenomeno che tuttora sembra inarrestabile. Come d'altronde dimostra l'incredibile polverone sollevato dall'uscita di Pokémon Go, l'applicazione che consente di cercare e catturare i mostriciattoli tascabili attraverso la realtà aumentata. In molti, però, hanno da subito attribuito la paternità dell'applicazione a Nintendo, cosa di fatto non vera: a sviluppare l'app è stata Niantic, già responsabile di un gioco simile, Ingress.

Uno "sbaglio" che ha portato le azioni Nintendo a raddoppiare il loro valore, raggiungendo i 40 miliardi di dollari e segnando un'impennata quasi verticale nei grafici della borsa. Nel weekend, però, il trend si è completamente invertito e il valore è tornato a calare vertiginosamente. Il motivo? Gli investitori si sono accorti che Nintendo non ha sviluppato l'app, che invece è frutto del lavoro di Niantic. A sottolinearlo è stata la stessa azienda di Kyoto in un comunicato inviato agli investitori, dove specifica che l'impatto finanziario del successo sarà limitato perché la quota in suo possesso della The Pokémon Company ammonta al solo 32 percento.

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Pokémon Go è infatti il frutto della collaborazione tra la The Pokémon Company e Niantic, lo sviluppatore già responsabile della creazione di Ingress, un gioco dalle premesse estremamente simili a quelle dell'ultimo titolo. Così le azioni sono crollate del 17 percento, facendo perdere a Nintendo circa 6,4 miliardi di dollari. Il contraccolpo per l'azienda giapponese, però, poteva essere peggiore: le regole della borsa di Tokyo non consentono alle azioni di perdere o guadagnare più del 18 percento del valore in un giorno. Il boom delle azioni Nintendo, quindi, pare essere stato il frutto di un errore degli investitori, convinti che i Pokémon fossero completamente in mano di Nintendo. Cosa non vera, tanto che il logo dell'azienda non è nemmeno presente in Pokémon Go.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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