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Diritto all’Oblìo, dall’Italia sono 6 mila le richieste a Google

Dopo un mese dalla pubblicazione del modulo di richieste per esercitare il Diritto all’Oblìo, le richieste degli utenti sono state 70 mila, provenienti dai 5 maggiori paesi europei, Francia, Germania, Inghilterra, Spagna e Italia. Dal nostro paese le richieste sono state 6 mila.
A cura di Francesco Russo
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Il tema del Diritto all'Oblìo è ormai al centro dell'attenzione mondiale, non solo europea, soprattutto in merito agli ultimi sviluppi che hanno visto Google applicare e adeguarsi alla sentenza della Corte di Giustizia UE del 13 maggio scorso, cancellando link che riportavano a notizie di The Guardian, Mail Online e BBC. Un'applicazione letterale che sta sollevando molte polemiche, soprattutto perchè questa visione, pur garantendo il diritto all'oblìo del richiedente, rischia però di mortificare seriamente la libertà di stampa e lo stesso diritto all'Informazione.

E intanto arrivano i primi dati circa le adesioni al modulo di richiesta online che Google realizzò esattamente due settimane dopo la stessa sentenza della Corte di Giustizia Europea. Alla data del 30 Giungo, quindi dopo una durata online complessiva di un mese, le richieste totali sono 70 mila e provengono dai 5 maggiori paesi europei, cioè Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Italia. Per quanto riguarda il nostro paese, come riporta l'agenzia ANSA, le richieste sarebbero circa 6 mila, per la 5.934. Il maggior numero di richieste provengono dalla Germania, 14.086. Solo nel primo giorno di messa online del modulo, le richieste furono oltre 12 mila e poi la media si è stabilizzata in 1.000 richieste al giorno.

Va ricordato che nel momento in cui Google decide, in quanto lo ritiene tale, di rimuovere un dato link, questo stesso viene rimosso dalla versione del sito a cui il link appartiene: ad esempio, se si trattasse di un link italiano, questo non sarà più visibile da google.it. Ma resta però visibile e consultabile dalla versione americana, o globale, cioè da google.com.

Le polemiche di questi giorni vertono sull'applicazione letterale della sentenza da parte di Google che, ovviamente e per il fatto che detiene più del 90% del mercato del search, cerca di rendere le proprie ricerche sempre più ottimali. Ma l'intenzione dei giudici non era questa, era piuttosto quella di andare incontro alle richieste di utenti per le cui storie quei link risultassero davvero superflui, mentre sostiene che questo non può applicarsi di fronte a situazioni di persone che hanno commesso crimini gravi, come omicidi, evasione fiscale e altre tipologie. Il paletto è abbastanza evidente, ma Google in questi giorni ha fatto finta di non esserne a conoscenza.

E intanto, come riporta il sito della Reuters, Google è costretta a fare marcia indietro sulla decisione di rimuovere link di notizie che appartenevano al The Guardian. E questa decisione arriva dopo le roventi proteste del giornale. A testimonianza del fatto che effettivamente non si è agito con piena cognizione di causa.

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