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Dopo i fatti di Parigi la crittografia ritorna nel mirino degli USA

La Casa Bianca e il Congresso americano avrebbero chiesto alle grandi aziende tecnologiche americane, quelle della Silicon Valley, di riprendere a discutere sulla questione ancora aperta della comunicazione cifrata, dopo i gravi attentati di Parigi.
A cura di Francesco Russo
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I fatti di Parigi hanno scosso il mondo intero. A distanza di qualche giorno comincia ad emergere, all'interno del grande tema delle misure di sicurezza da prendere, anche quello relativo alle misure che possano coinvolgere anche il Web. E ritorna più che mai ad essere al centro del dibattito il tema che riguarda la crittografia. In questi giorni il Parlamento francese ha esteso lo stato di emergenza e discute se le misure debbano coinvolgere anche la Rete. Anche se va detto che ancora non ci sono prove dell'impiego di strumenti digitali e tecnologici in questa occasione. E su questo filone si aggiungono anche gli Usa che, come riporta il Wall Street Journal, provano ad coinvolgere le grandi aziende tech.

La notizia è infatti che la Casa Bianca e il Congresso americano avrebbero chiesto alle grandi aziende tecnologiche americane, quelle della Silicon Valley, di riprendere a discutere sulla questione ancora aperta della comunicazione cifrata. Un tema di cui si è molto discusso negli Usa proprio in occasione dell'esplosione dello scandalo che ha coinvolto la NSA in seguito alle dichiarazioni di Edward Snowden. E proprio in seguito al Datagate brand come Apple e Google hanno reso i loro dispositivi e i loro software indecifrabili, proprio per evitare che i dati dei cittadini potessero essere di nuovo aperti e sorvegliati dalle autorità, con gravi conseguenze in termini di privacy.

Proprio ieri è intervenuto l'Information Technology Industry Council (ITIC), che riunisce le aziende del settore come Apple e Microsoft, ribadendo che "indebolire la sicurezza per far progredire la sicurezza non ha alcun senso". Nella nota diffusa ieri l'ITIC afferma che "la crittografia è uno strumento di sicurezza a cui ci affidiamo ogni giorno per impedire ai criminali di prosciugare i nostri conti bancari, per evitare che hacker possano prendere il controllo delle nostre auto dei nostri aerei, per preservare la nostra sicurezza".

Il dibattito sulla crittografia tra autorità Usa e aziende tecnologiche va ormai avanti da oltre un anno e mezzo con un continuo tira e molla. Infatti aziende come Apple e Google hanno rilasciato nei mesi scorsi nuovi software per smartphone che le stesse compagnie non possono penetrare, neanche di fronte a un ordine del tribunale. La posizione delle aziende è sempre stata quella per cui se si dovesse lasciare una porta aperta per le investigazioni questo significherebbe dire lasciare una porta aperta per eventuali hacker. Ora la discussione riaffiora proprio come conseguenza degli atroci attentati di Parigi, anche se non ci sono prove che i terroristi abbiano fatto uso di strumenti digitali e tecnologici per portare a termine il loro diabolico piano.

Solo qualche settimana fa lo stesso presidente Usa, Barack Obama, aveva ritenuto fare un passo indietro sulla questione, cioè sulla possibilità di imporre per legge l'accesso ai dispositivi in caso di particolari emergenze e fatti gravi come attentati terroristici. I fatti di Parigi hanno comunque portato la Casa Bianca a riaprire la questione convocando le aziende interessate. E vedremo quali saranno gli sviluppi.

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