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Opinioni

Essere gelosi su Facebook può portare alla depressione

Secondo una ricerca, condotta dalla University of Missouri-Columbia, il social network può portare alla depressione, specialmente in coloro i quali paragonano le vite degli altri alla propria. Se utilizzato per constatare tutte le conquiste degli amici, Facebook può portare ad invidia e, di conseguenza, ad una grave forma di depressione.
A cura di Marco Paretti
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facebook depressione invidia

È capitato a molti. Si scorre l'homepage di Facebook per spiare ciò che viene condiviso dagli amici, per poi farsi assalire inesorabilmente dall'invidia quando si legge del nuovo lavoro di un contatto, della nuova relazione di un'amica o della casa appena comprata dell'ex compagno di scuola. Quest'abitudine apparentemente innocua, però, nasconde un grave pericolo per la nostra salute. Secondo una ricerca condotta dalla University of Missouri-Columbia, infatti, il social network può portare alla depressione, specialmente in coloro i quali paragonano le vite degli altri alla propria.

"Se Facebook viene utilizzato come strumento per paragonare la propria vita con quella degli altri, può avere un effetto negativo sulla psiche" ha spiegato Margaret Duffy, una delle responsabili della ricerca "Se utilizzato per constatare tutte le conquiste degli amici, il social network può portare ad invidia e, di conseguenza, ad una grave forma di depressione". Lo studio, svolto su 700 studenti, ha però mostrato che Facebook può essere una risorsa molto utile se utilizzata nella maniera corretta, ma diventa dannosa se l'obiettivo principale è quello di "sorvegliare" i contatti.
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"È importante essere consapevoli di questi rischi, in modo da poter evitare questo tipo di comportamento quando si utilizza il social network" ha continuato Duffy "Ricordate che molti utenti condividono solo gli elementi positivi della loro vita, lasciando intendere che essa sia perfetta. Non è così". La ricercatrice ha però anche sottolineato che Facebook può rivelarsi un elemento divertente e positivo se utilizzato per il suo scopo principale: restare in contatto con gli amici e con la famiglia.

Il discorso della depressione sul social network di Zuckerberg non è nuovo. Nel 2012 è stato condotto un test segreto per valutare le emozioni degli utenti e capire se gli stati d'animo sono contagiosi. Lo studio, condotto da un gruppo di ricercatori americani della Cornell University e della University of California di San Francisco, ha scoperto che la forte condivisione di status emotivi da parte dei propri amici – con conseguente lettura – genera il cosiddetto “contagio emotivo” e dà vita a una serie di messaggi con contenuti emotivamente simili. La ricerca è stata possibile analizzando i post di 689.003 utenti di Facebook scelti casualmente e ha messo in evidenza che il “contagio emotivo” non è solo relativo ai contenuti positivi, ma anche a quelli negativi.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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