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Facebook e Google attivano una tecnologia per bloccare i video dei terroristi

Facebook e Google avrebbero iniziato ad introdurre all’interno delle loro piattaforme una sofisticata tecnologia in grado di riconoscere e bloccare tutti i filmati di matrice terroristica caricati nel corso degli ultimi mesi.
A cura di Matteo Acitelli
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Nel corso delle ultime ore la redazione dell'agenzia di stampa Reuters ha pubblicato un report secondo cui alcuni dei più importanti player della rete come Facebook, Google e molti altri avrebbero iniziato ad introdurre all'interno delle loro piattaforme una sofisticata tecnologia in grado di riconoscere e bloccare tutti i filmati di matrice terroristica caricati nel corso degli ultimi mesi.

Da diverso tempo, infatti, l'Isis utilizza internet per diffondere video con scene violente e di propaganda. Ora però sembra che tutti i principali social network e servizi online hanno deciso di combattere insieme il terrorismo introducendo un nuovo tool che, in maniera molto simile a quanto già avviene per i video che violano il copyright, è in grado di riconoscere i filmati dei terroristi ed eliminarli. Dalla documentazione rilasciata da Reuters non è stato specificato nel dettaglio come funziona il nuovo sistema di identificazione dei video ma la tecnologia utilizzata sarebbe la stessa già in uso per riconoscere e bloccare i filmati che violano il copyright.

Tutti i video che vengono riconosciuti dalla tecnologia installata di recente da Facebook e Google vengono poi confrontati con un database di contenuti e in caso di analogie il sistema blocca in automatico il filmato che non potrà più essere visualizzato all'interno della piattaforma su cui è stato caricato. La volontà di realizzare un tool in grado di bloccare i video di propaganda dell'Isis è nato in seguito agli attentati di Parigi. Il team di ingegneri al lavoro su questa tecnologia è costantemente al lavoro per migliorare la gestione di questi filtri in modo da evitare che le organizzazioni terroristiche riescano ad aggirare l'algoritmo di riconoscimento e possano quindi continuare a condividere video di propaganda all'interno dei principali social network.

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