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Facebook: stop alla sorveglianza, anche da parte della polizia

Facebook ha annunciato un importante cambiamento alle politiche della sua piattaforma che impedirà agli sviluppatori di utilizzare i dati del social network per sorvegliare gli utenti.
A cura di Marco Paretti
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Facebook ha annunciato un importante cambiamento alle politiche della sua piattaforma che impedirà agli sviluppatori di utilizzare i dati del social network per sorvegliare gli utenti. I cambiamenti includono testi che spiegano "in maniera più chiara il fatto che gli sviluppatori non possono usare i dati ottenuti da noi per realizzare strumenti utilizzati per la sorveglianza". Insomma, le applicazioni realizzate da terze parti non potranno più sfruttare i dati di Facebook per monitorare gli utenti, nemmeno se questi software vengono utilizzati dalle forze di Polizia.

"Il nostro obiettivo è quello di rendere le nostre politiche in merito il più esplicite possibile" ha spiegato l'azienda di Menlo park in una nota. In passato diversi software hanno consentito a persone terze e persino alle autorità di monitorare gli spostamenti degli utenti attraverso i dati ottenuti da Facebook, Twitter e Instagram. Come nel caso del programma Geofeedia, che lo scorso anno ha consentito alla Polizia di tracciare i manifestanti durante una protesta per la morte di Freddie Gray a Baltimora. In quel caso tutte e tre le aziende avevano in seguito impedito l'accesso ai dati da parte dell'applicazione.

In seguito alla protesta, anche Twitter era corsa ai ripari sottolineando che "utilizzare i dati pubblici di Twitter per tracciare o profilare manifestanti o attivisti è assolutamente inaccettabile e proibito". Oggi Facebook, annunciando le modifiche, ha specificato di aver collaborato con alcuni gruppi per la difesa dei diritti civili per realizzare le nuove politiche. "Ringraziamo Facebook e Instagram per questa presa di posizione" ha commentato Brandi Collins, responsabile di Color of Change, una delle realtà con le quali ha collaborato Facebook. "Chiediamo a tutte le compagnie che considerano la diversità e la giustizia come valori da difendere di effettuare scelte simili e fare ciò che va fatto per limitare la sorveglianza invasiva dei social media per colpire le minoranze etniche". La polizia sarà comunque in grado di controllare i feed degli utenti in caso di disastro nazionale o emergenza.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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