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Francia, i social network devono rispondere dei contenuti pubblicati dagli utenti

Per Harlem Desir, segretario di Stato francese per gli Affari, i social network devono rispondere dei contenuti pubblicati dagli utenti. Come scrive attraverso Twitter riportando una frase del suo discorso tenuto nel corso di un’assemblea delle Nazioni Uniti a New York: “La questione dell’utilizzo dei social network per propagare odio deve essere affrontata”.
A cura di Matteo Acitelli
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Per Harlem Desir, segretario di Stato francese per gli Affari, i social network devono rispondere dei contenuti pubblicati dagli utenti. Come scrive attraverso Twitter riportando una frase del suo discorso tenuto nel corso di un'assemblea delle Nazioni Uniti a New York: "La questione dell’utilizzo dei social network per propagare odio deve essere affrontata". Come spiega a Reuters a fine conferenza, Facebook, Twitter e gli altri social network devono essere ritenuti responsabili dei contenuti che gli utenti pubblicano all'interno di questi. Per Desir infatti, il controllo dei contenuti postati all'interno delle reti sociali rappresenta l'unica soluzione per evitare che questi vengano utilizzati per incitare alla violenza. Quello che vorrebbe raggiungere la Francia con la collaborazione degli altri membri dell’Onu è un quadro normativo internazionale che favorisca il controllo dei messaggi postati all'interno di siti web come Facebook, Twitter e YouTube.

L'idea proposta dal segretario di Stato francese per gli Affari Harlem Desir è stata apprezzata da diverse figure come il ministro tedesco Michael Roth e dall’ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite Samantha Power che però mette in evidenza un altro importante tema: la libertà di espressione. Una storia già vista in diverse occasioni e che torna in evidenza ogniqualvolta che un fatto di cronaca vede protagonisti in maniera negativa i social network: chi si batte per regolamentare la pubblicazione dei contenuti su Internet e chi invece teme la censura. Come spiega l’esperto di intelligence Anthony Glees al Daily Mirror: "Non possiamo lasciare che Internet sia un Far West e che venga adoperato per incitare a uccidere. Portali come Twitter hanno un ruolo importante nell’incitare i giovani europei a combattere per gruppi come lo Stato Islamico". Sono diversi infatti gli account bloccati nelle ultime settimane da Twitter con la collaborazione della Cia e del MI5 britannico. Staremo a vedere se la proposta avanzata dalla Francia sarà accolta dagli altri Stati europei e soprattutto come reagiranno gli Stati Uniti, Paese che ospita le sedi delle maggiori potenze del web.

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