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Hacker all’attacco contro i Comuni italiani: chiesti fino a 800 euro di riscatto

“Compenso.pdf”, è il file che nasconde molto più di un semplice documento PDF e che nelle ultime ore ha portato problemi a diversi uffici comunali italiani.
A cura di Matteo Acitelli
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"Compenso.pdf", è il file che nasconde molto più di un semplice documento PDF e che nelle ultime ore ha portato problemi a diversi uffici comunali anche in Italia. Stiamo parlando dell'ultima idea di un gruppo di hacker russi che hanno realizzato un nuovo virus ransomware. Dopo aver rubato gli indirizzi email di centinaia di uffici comunali sparsi per tutti Italia, i cyber criminali hanno inviato una mail a nome di un ufficio comunale con in allegato un finto file pdf seguito da una lunga linea continua, alla fine della quale si nasconde una pericolosa estensione .exe. L'allegato in oggetto infatti non riguarda un "compenso" bensì un terribile virus che pochi antivirus sono riusciti a bloccare da quando questa nuova minaccia informatica è in circolazione. Grazie all'attendibile mittente dal quale proviene la mail e l'insospettabile file in allegato, diversi impiegati hanno aperto la mail con tutta tranquillità, ritrovandosi ora con centinaia di file word, pdf, excel e simili bloccati, senza possibilità di essere modificati o semplicemente aperti. "Una cosa inimmaginabile che ci ha bloccati per tre giorni. Avevamo l’antivirus, ma non è bastato" ha dichiarato Maria Grazia Mazzolari, segretaria del Comune di Bussoleno, vicino Torino.

Gli hacker russi, attraverso questo nuovo virus ransomware, dall’inglese ransom, ovvero riscatto, pretendono infatti il pagamento di 400 euro in bitcoin per l'acquisto di un software di decodifica che riporterà la situazione alla normalità. La cifra di 400 euro viene poi portata a 800 euro se il pagamento per ricevere l'"anti-virus" viene effettuato dopo tre giorni dalla richiesta. Uno scherzo che ha già fruttato oltre 100 mila dollari alla bandi di malviventi russi. Sono diversi infatti i Comuni italiani che hanno già deciso di collaborare con gli hacker pur di poter riavere il pieno controllo dei file presenti sui computer comunali e poter così continuare a lavorare. A Bussoleno, ad esempio, si è deciso di fare una raccolta fondi per poter acquistare il software dagli hacker: "Abbiamo fatto una colletta tra di noi in attesa di capire come giustificare la spesa. Dopo che abbiamo pagato hanno anche avuto la spudoratezza di invitarci a contattarli nel caso avessimo altri problemi".

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