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Hacking Team, interrogati due ex dipendenti: “Siamo estranei ai fatti”

Si sono tenuti ieri, presso la Procura di Milano, gli interrogatori di due dei sei indagati, ex dipendenti dell’azienda milanese, che avevano chiesto nei giorni scorsi di essere ascoltati dal Pm Alessandro Gobbis. Stando a quanto si è appreso, nelle 5 ore di interrogatori i due, Guido Landi e Mostapha Maanna, si sono detti estranei ai fatti e perplessi per le accuse contestate.
A cura di Francesco Russo
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La vicenda Hacking Team vede adesso in scena gli interrogatori, iniziati ieri presso la Procura di Milano, di due dei sei indagati, ex dipendenti dell'azienda milanese che avevano chiesto, nei giorni scorsi, di essere ascoltati dal Pm Alessandro Gobbis. Gli interrogatori, della durata totale di 5 ore, hanno riguardato lo sviluppatore software Guido Landi e il commercialista Mostapha Maanna in merito all'inchiesta, avviata dalla Procura milanese, in cui i due ex dipendenti, insieme ad altri quattro, sono accusati di accesso abusivo informatico e rivelazione di segreto industriale.

I sei ex dipendenti coinvolti nell'indagine sono sospettati di essere i responsabili del violento attacco alla società milanese, dello scorso 6 luglio, che ha portato alla pubblicazione dall'account Twitter dell'azienda di un file torrent di 400 GB di dati e informazioni riservate. E pochi giorni dopo Wikileaks ha reso pubblico il contenuto di oltre 1 milione di email provenienti da quello stesso file.

I due ex dipendenti ascoltati ieri in procura si erano dimessi da Hacking Team nel 2014 con l'intendo di fondare una loro società,  la Mala srl.

I due indagati si sono detti estranei ai fatti

Stando a quanto si è appreso, nel corso dell'interrogatorio i due indagati, difesi dall'avvocato Sandro Clementi, hanno cercato di chiarire la loro posizione, avrebbero dichiarato quindi la propria estraneità ai fatti e di essere perplessi per le accuse che gli venivano contestate. I sei ex dipendenti indagati figuravano anche indagati nell'inchiesta avviata a seguito della denuncia depositata dal CEO di Hacking Team, David Vincenzetti, prima che avvenisse il grave episodio di violazione. Infatti Vincenzetti nella denuncia sostiene che, dimettendosi dalla società nella primavera del 2014, i due ex dipendenti, Landi e Maanna, sono entrati in possesso dei codici sorgente necessari per lo sviluppo dei software creati da Hacking Team che avrebbero poi sfruttato per dar vita ad altre società. Nei confronti dei due interrogati ieri è stata contestata anche la violazione avvenuta a danno di Hacking Team il 6 luglio scorso.

I due fascicoli delle indagini avviate sono stati adesso unificati in unico fascicolo che vede coinvolte gli stessi 6 ex dipendenti indagati già nelle due indagini.

Intanto la Procura di Milano sta analizzando tutto il materiale acquisito dalle perquisizioni effettuate dalla Polizia Postale venerdì scorso presso la sede di Hacking Team. E la stessa società, tramite l'avvocato Mario Zanchetti, ha fatto pervenire al Pm una documentazione che potrebbe essere utile per le indagini.

Gli interrogatori proseguiranno nei prossimi giorni con l'ascolto, tra gli altri, di Alberto Pelliccione, ex sviluppatore, tra i più importanti, di Hacking Team, anch'egli tra gli indagati.

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