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Hemingwrite, la macchina da scrivere tecnologica che elimina le distrazioni

Una macchina da scrivere del 21esimo secolo. Si chiama Hemingwrite e per ora è solamente un prototipo, ma il successo avuto nelle ultime settimane ha spinto gli ideatori a pensare seriamente ad una produzione su larga scala.
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A cura di Marco Paretti
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Hemingwrite

Avete mai desiderato fare un salto nel passato per trovarvi a spingere i tasti di una di quelle metalliche ed affascinanti macchine da scrivere di una volta? Utilizzarle adesso sembrerebbe quasi anacronistico, eppure il loro fascino è rimasto invariato nel tempo. Tanto da spingere alcuni sviluppatori a creare un'evolutissima macchina da scrivere digitale, la compagna perfetta per gli Hemingway del 21esimo secolo.
Si chiama proprio Hemingwrite ed è un prodotto tanto assurdo quanto intrigante. L'apparecchio non possiede altre funzionalità se non quella della scrittura e offre la possibilità di scrivere testi senza distrazioni combinando la semplicità dei software degli anni '90 con le moderne tecnologie al centro della nostra vita: backup in cloud e compatibilità con editor di testo come Google docs ed Evernote.

"Hemingwrite è il Kindle della scrittura" si legge su sito del produttore. In effetti le caratteristiche vincenti ci sono tutte; più di sei settimane di autonomia, un milione di pagine di memoria, tastiera meccanica completa, schermo e-ink retroilluminato, sincronizzazione cloud e magnifico design vintage.
Il fiore all'occhiello di Hemingwrite, però, è l'assenza di qualsivoglia distrazione durante la scrittura. Nessuna notifica, applicazione o funzionalità aggiuntiva: Hemingwrite è progettata per svolgere una sola funzione, scrivere. Certo, per ottenere questo risultato sono disponibili molte applicazioni su App Store o Play Store (Momentum Writer, IAwriter), ma nessuna di queste app permette di assaporare la sensazione di digitare su una vera macchina da scrivere.

"Io e Patrick abbiamo avuto l'idea per Hemingwrite dopo una discussione sulla produttività legata alla scrittura" ha spiegato Adam Leeb, co-fondatore della start-up "Abbiamo parlato del nostro desiderio di scrivere senza possedere l'abilità di creare testi come i professionisti. Avevamo bisogno di tutto l'aiuto e la concentrazione possibile. A quel punto è arrivata l'ispirazione: e se ci fosse un device in grado di rimuovere tutte le distrazioni migliorando l'esperienza di scrittura?"
Da lì è partita l'idea, la quale si è concretizzata nel primo prototipo di Hemingwrite. L'attuale stato del dispositivo è infatti quello di pieno sviluppo, ma il successo raccolto nelle ultime settimane potrebbe aver smosso qualcosa dal punto di vista della produzione, convincendo i creatori dell'esistenza di un mercato per un prodotto così particolare. Nei prossimi mesi sentiremo sicuramente parlare ancora di Hemingwrite.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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