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I post pubblicati su Facebook e Instagram utilizzati per stanare gli evasori fiscali

L’Ufficio australiano delle tasse da circa un anno utilizza le informazioni condivise dagli utenti sui social network per individuare gli evasori fiscali.
A cura di Matteo Acitelli
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L'Ufficio australiano delle tasse da circa un anno utilizza le informazioni condivise dagli utenti sui social network per individuare gli evasori fiscali. Sfruttando i contenuti pubblicati su piattaforme come Facebook e Instagram il team di analisti dell'Australian Taxation Office è in grado di monitorare lo stile di vita dei cittadini australiani per metterlo a confronto con il reddito dichiarato, un'attività che nel corso dello scorso anno ha portato l’ATO (Australian Taxation Office) a recuperare circa 10 miliardi di dollari australiani in tributi non pagati. Intervistato dalla redazione del quotidiano The Australian, il responsabile dell’Australian Taxation Office Chris Jordan ha spiegato in che modo è possibile scoprire eventuali evasori fiscali sfruttando i social media:

"Se ad esempio in una famiglia il marito dichiara un reddito di 80mila dollari australiani all’anno e la moglie 60mila, possiamo verificare se il tenore di vita mostrato nei post pubblicati su Instagram e Facebook rispecchia quanto dichiarato. Osservando i loro profili sui social network infatti notiamo che negli ultimi anni hanno volato almeno tre volte in business class e fatto una vacanza invernale in un resort di lusso in Canada. Inoltre l’analisi rivela che hanno anche tre figli che vanno a scuola in un istituto privato la cui retta costa 75mila dollari all’anno"

Unendo le informazioni recuperate dai social network con i registri scolastici, gli acquisti online, i dati della motorizzazione e tutte le altre informazioni in possesso degli ispettori del fisco è possibile tracciare un quadro completo sulle spese di ogni singolo individuo. Come rivela il rapporto annuale dell’ATO, pubblicato dal portale d'informazione News.com, ad oggi l'analisi dei profili social ha portato all'individuazione di 1400 individui e 400 compagnie per reati amministrativi e di 21 persone che sono state condannate per reati penali gravi.

Come dichiarato anche dall'avvocato Paul Gordon ai microfoni del canale televisivo australiano 891 ABC Adelaide: "L’aspetto più interessante della questione è che gli analisti non sono in cerca di informazioni private, ma di aspetti pubblici della vita degli utenti. E sono proprio loro a scegliere di renderli visibili". Se i post sui social media sono pubblici, dunque, le informazioni contenute in essi possono essere utilizzate dagli ispettori del fisco per individuare eventuali evasori fiscali.

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