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Opinioni

Il nuovo iPad è l’arma segreta di Apple per riconquistare le scuole

Nel 1978 Steve Jobs riuscì con fatica a portare nelle scuole californiane migliaia di Apple II, avviando un legame decennale tra Cupertino e gli istituti scolastici. Poi, a causa di soluzioni più economiche ed efficienti, i prodotti della mela hanno perso mordente. Almeno fino ad oggi.
A cura di Marco Paretti
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Nel 1978, a due anni di distanza dalla sua fondazione, Apple riuscì ad chiudere un contratto con il Minnesota Education Computing Consortium grazie al quale ha potuto fornire 500 computer alle scuole dello stato. Molti, ma non abbastanza. Così Jobs scoprì che una legge in approvazione avrebbe consentito all'azienda di donare un grande numero di computer agli istituti scolastici americani deducendo una grossa somma di denaro dalle tasse. In questo modo Apple non avrebbe guadagnato nulla, ma avrebbe perso poco, circa il 10 percento. Per portare 100.000 Apple II nelle scuole americane l'azienda avrebbe speso 10 milioni di dollari. L'iniziativa, chiamata Kids Can’t Wait, ha richiesto forti pressioni sul Congresso da parte di Jobs e ha dovuto ridimensionarsi, ma ha comunque portato ad una enorme diffusione dei computer nelle scuole californiane: 9.250 istituti dello stato hanno ricevuto un Apple II e l'azienda ha dovuto sborsare "solo" un milione di dollari. "Una delle cose che ha contribuito alla costruzione dell'Apple II sono le scuole che hanno acquistato gli Apple II" ha poi spiegato Steve Jobs nel 1995. E ora Cupertino vuole rifarlo.

Tra l'annuncio del nuovo iPhone rosso e la scomparsa del modello Air degli iPad, nel corso dell'ultimo aggiornamento dello store si è perso un altro importante lancio: un iPad da 299 dollari. Apple non ha sottolineato troppo la notizia, anche perché il prezzo è dedicato esclusivamente alle istituzioni scolastiche. In breve, solo le scuole potranno acquistare il nuovo iPad da 9,7 pollici a quel prezzo. Eppure nel 2017 questa decisione è fondamentale per l'azienda di Cupertino, che sta chiaramente cercando di riconquistare un settore da lei creato, sostenuto e poi perso nel corso degli ultimi anni.

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Nel 1980, dicevamo, Apple è riuscita a posizionare un Apple II in ogni scuola della California, avviando una processo che ha in seguito spostato sempre più l'attenzione sull'utilizzo dei computer nelle scuole. Poi è arrivato il primo iPad, un prodotto che ha da subito attirato l'attenzione degli istituti per la sua portabilità e funzionalità. È stato un successo, con ordini anche superiori alle migliaia di unità per singola scuola. Dopo pochi anni, però, è arrivata la rivoluzione dei Chromebook e gli iPad sono stati sostituiti dai nuovi portatili economici dotati di sistema operativo di Google. Il problema? I Chromebook avevano una tastiera fisica, erano più economici e dotati di strumenti condivisi come Google Docs.

Così il mercato dei computer scolastici è stato cannibalizzato dai Chromebook (58 percento), lasciando a Mac e iPad solo il 20 percento in calo. Un panorama che ha colpito Apple più profondamente di quanto possa sembrare.  Per questo l'annuncio di ieri è importante. Anzi, gli annunci. Già, perché insieme ad un iPad da 299 dollari la casa di Cupertino ha annunciato un accessorio realizzato in collaborazione con Logitech che di fatto offre una custodia protettiva dotata di tastiera fisica. Costerà 99 dollari e rappresenta la stoccata decisiva contro i Chromebook: ora che la tastiera non è più un problema, resta solo il fatto che gli iPad sono effettivamente più performanti di molti Chromebook.

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Una combo iPad/Logitech da 399 dollari sembra essere la risposta perfetta all'ascesa delle soluzioni di Google. Una risposta poco profittevole per Apple dal punto di vista monetario, ma importante per recuperare una fetta di mercato scolastico importante dal punto di vista dell'immagine. Anche per "formare" potenziali nuovi acquirenti di prodotti della mela. Apple ha chiaramente vinto la guerra del mobile anche grazie alla rivoluzione portata dalla possibilità di utilizzare i propri dispositivi personali a lavoro. Rivoluzione che però non ha colpito le scuole, ancora soggette alle decisioni dei consigli scolastici che, inevitabilmente, cercano un buon compromesso tra costo e funzioni. La nuova offerta della mela, viste le premesse, potrebbe cambiare le carte in tavola. "L'educazione fa parte del DNA di Apple" diceva Jobs nel 2012. Ora ha la possibilità di dimostrarlo di nuovo.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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