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Il Parlamento Europeo pronto a chiedere lo scompattamento di Google

Secondo le notizie riportate durante lo scorso week end dal Financial Times e anche da Reuters, il Parlamento Europeo starebbe per adottare misure per cercare di indebolire la posizione dominante di Google chiedendo un “unbundling”, ossia uno spacchettamento.
A cura di Francesco Russo
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Secondo le notizie riportate durante lo scorso week end dal Financial Times e anche da Reuters, il Parlamento Europeo starebbe per adottare misure per cercare di indebolire la posizione dominante di Google, la grande sfida che ormai vede contrapposte le autorità europee contro il colosso di Mountain View. Con una proposta non vincolante, il parlamento di Bruxelles sta per preparare una risoluzione con cui chiedere quella che in gergo viene definita "unbundling", ossia uno spacchettamento di Google, una operazione che dovrebbe comportare, in Europa, la separazione del motore di ricerca dal resto delle attività. In questo modo si otterrebbe lo scopo principale di questa azione, cioè quello di limitare lo strapotere del gigante del Web.

La proposta sarebbe stata avanzata dai Popolari Europei e dal PSE, il Partito Socialista Europeo, ossia i due più grandi partiti che siedono sugli scranni di Bruxelles, con un peso politico pari al 55% del totale. L'invito è quindi rivolto alla Commissione Europea ad adottare una linea più dura nei confronti di Google. In riferimento proprio a questa indicazione, solo qualche giorno fa, subito dopo il suo insediamento, il nuovo commissario Antitrust, la danese Margrethe Vestager, aveva invece chiesto un po' di tempo per studiare meglio tutta la vicenda Google che dura ormai da quattro anni. A quanto pare, di fronte a questa risoluzione, il Parlamento Europeo chiede all'esecutivo comunitario un'accelerazione adottando la strategia dello spacchettamento.

Nella risoluzione, il cui contenuto è stato anticipato proprio dal FT, si fa una chiara richiesta alla Commissione affinchè adotti una "soluzione duratura per rendere il mercato più competitivo". Quindi l'organo che di fatto non ha uno specifico potere legislativo (lo detiene infatti insieme al Consiglio dell'Unione Europea), e tanto meno il potere di dividere le imprese, decide , anche se solo attraverso una risoluzione non vincolante, di mettere pressione alla Commissione Europea.

Da considerare che Google in Europa detiene una quota di mercato del 90%, più di quella che detiene negli Usa, ed è il motivo per cui l'Europa intende agire. Nelle scorse settimane abbiamo assistito in Germania e in altri paesi europei allo scontro tra gli editori e Google, un tema molto sentito dalle stesse autorità europee su cui vorrebbero intervenire per garantire il principio della pluralità di informazione. Ma esistono anche altri fascicoli aperti a carico di Google che riguardano la Privacy e la proprietà intellettuale.

Un altro commissario europeo, il tedesco Günther Oettinger, commissario europeo per l'Economia Digitale, pochi giorni prima del suo insediamento al nuov oincarico aveva dichiarato che al primo punto della sua agenda c'era proprio Google e di voler contrastare il potere di "Big G" introducendo una "tassa Google" europea. Una tassa analoga a quella che da gennaio 2015 verrà introdotta in Spagna.

Sarà interessante osservare cosa farà la Commissione Europea non appena riceverà la risoluzione, anche perchè potrebbe non osservarla e decidere diversamente.

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