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In Germania bloccato il tasto Like su Facebook! Non rispetta la privacy

Quali sono gli interessi intorno al famoso pulsante del social network che permette di condividere, e pubblicizzare, istantaneamente un contenuto nella propria rete di contatti? Il garante della privacy di uno dei 16 stati federali tedeschi ha messo al bando il “Like button” per istituzioni e aziende. Quali possono essere le ripercussioni a livello internazionale?
A cura di Vito Lopriore
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Mark Zuckerberg all’ultimo Facebook Product Announcement, circa un mese fa, ha dichiarato: «Se guardate Facebook dove è, sta crescendo molto più veloce del numero dei suoi utenti; da qui a 36 mesi avremo bisogno di nuove applicazioni vista la crescita continua degli utenti – lo scorso 6 Luglio ne erano stati confermati 750 milioni −, crediamo che questi trend continueranno». Ha continuato il Ceo: «Ogni giorno ci sono 4 miliardi di informazioni, file e contenuti condivisi in rete» sottintendendo l’importanza del famoso pulsante “Like” che permette di apprezzare un contenuto su Internet – status, post, nota, commento, video o foto – e, soprattutto, condividerlo, se si vuole, direttamente sulla propria bacheca.

Ci sono dei problemi con la privacy, evidentemente, e alcuni governi, oltre ad altre organizzazioni, se ne stanno accorgendo; di meno le aziende visto che sono sempre più interessate ad espandere la loro visibilità, spesso in qualunque modo sia possibile, e il Like amplifica di molto il brand.

Il governo dello Stato Federale tedesco dello Schlewsig-Holstein, il più settentrionale della Germania, ha deciso di bloccare l’opzione Like su Facebook perché traccerebbe gli utenti. Il solo click infatti, anche su siti che hanno implementato il plugin del social network bianco e blu, marcherebbe la posizione dell’user, mandando il dato direttamente negli Usa e rendendo monitorabile l’utente addirittura per due anni. Questo anche se si è digitato il “Mi piace” non direttamente sul sito di Zuckerberg ma su altri siti che implementano l’integrazione del servizio.

Negli uffici pubblici anche i dirigenti ormai utilizzano la piattaforma digitale che mette così velocemente, e gratuitamente, in contatto le persone tanto che persino la cancelliera Angela Merkel ha detto di usarlo. Thilo Weichert, garante della privacy dello Stato Federale, si è appellato direttamente all’articolo 1 della storica Costituzione democratica tedesca varata a Bonn nel 1949, la Grundgesetz, in cui è scritto “La dignità della persona umana è inviolabile, e al suo rispetto è subordinato l’esercizio di ogni potere e attività”.

Il varo delle norme costituzionali di qualche decennio di fa di certo non potevano prevedere normative per la comunicazione sui social network moderni, come dimostra anche il ritardo normativo della legge italiana e dell’AgCom, che ne rappresenta la garanzia nelle Comunicazioni in materia, ma da un lato la privacy dei cittadini dall’altro la decisione politica in Germania di bloccare i Like – chi infrange la norma infatti può arrivare a pagare fino a 50mila euro – sono sempre temi di discussione moderna, politica e sociale.

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