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L’UE vuole vederci chiaro nell’affare Facebook-WhatsApp

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, l’UE ha iniziato un’indagine formale sull’accordo tra Facebook e WhatsApp. L’indagine prevedere l’invio di questionari ai diretti competitor per esaminare tematiche che riguardano la privacy e il mercato delle app di messaggistica istantanea.
A cura di Francesco Russo
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Qualche settimana fa era stata proprio Facebook e chiedere un intervento dell'UE per verificare meglio l'affare WhatsApp, in cui l'azienda di Zuckerberg ha sborsato 19 miliardi di dollari per accaparrarsi l'app di messaggistica istantanea più usata. E in questi giorni, come riporta il Wall Street Journal, funzionari dell'Anti-Turst dell'UE stanno cominciando ad avviare un'indagine formale sull'accordo. E tra le azioni intraprese, risulta l'invio di questionari ai diretti competitor, con l'obiettivo di verificare l'impatto della fusione con l'app di messaggistica sui rispettivi mercati. Quando si parla di competitor si parla quindi di LINE, di WeChat, di Telegram, e anche di Snapchat.

Quello che sta di fatto prendendo piede con l'azione avviata da parte dei funzionari UE, potrebbe configurarsi in una nuova applicazione delle norme anti-trust verso i Social Media. I questionari che sono stati inviati alle aziende che producono app di messaggistica istantanea sono strutturati allo scopo di capire meglio come le aziende gestiscono proprio il tipo di fusione che Facebook ha portato avanti nell'affare WhatsApp, dal punto di vista della privacy. E quindi si chiede alle aziende come gestiscono e usano i dati nell'erogazione dei propri servizi.

Altro tema riguarda poi le quote di mercato che Facebook potrebbe occupare proprio grazie alla fusione con WhatsApp, un tema che i funzionari UE stanno esaminando con attenzione. Secondo quanto riporta Nielsen, nel Regno Unito, uno dei tre paesi dove Facebbok avrebbe già chiesto una revisione dell'accordo, quasi i tre quarti degli utenti Android ha usato Facebook, nel mese di aprile, e più della metà di questi ha usato WhatsApp. Poi solo il 16% ha usato Skype e il 12% ha usato Viber. E ci sarebbero già un paio di aziende, destinatarie dei questionari da parte dei funzionari UE, che da questo punto di vista hanno fatto presente le loro preoccupazioni, col timore addirittura di uscire dal mercato. Un problema questo non da poco, vista l'evidente forza che Facebook è in grado di mettere in campo.

Per la cronaca, c'è da registrare che l'11 aprile scorso Facebook ottenne il via libera negli Stati Uniti all'acquisizione da parte della Federal Trade Commission, FTC, l'ente governativo americano per la protezione dei consumatori. Ad una condizione, aveva ammonito l'autorita', e cioè che entrambe le aziende rispettino le promesse fatte agli utenti di preservarne la privacy. Questo perchè, all'indomani dell'annuncio dell'operazione da 19 miliardi di dollari, alcune associazioni dei consumatori si erano rivolte proprio alla Ftc per bloccare l'acquisizione.

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