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La Spagna introduce la Google-tax, da Mountain View pensano a dure conseguenze

Approvata in Spagna la nuova legge sul copyright, “Ley de Propiedad Intelectual” (LPI), che contiene al suo interno il famigerato articolo 32.3 che introduce la “tasa Google”. Da Mountain View fanno sapere di voler rispondere in maniera adeguata non escludendo da chiusura della versione spagnola di Google News.
A cura di Francesco Russo
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Appena due settimane dopo aver preso le dure misure contro gli editori in Germania, ecco che Google si trova a dover affrontare una nuova situazione difficile che quasi certamente non resterà senza conseguenze. Il Sento spagnolo ha ieri approvato la nuova legge sul Copyright, la LPI (Ley de Propiedad Intelectual), con 132 voti del Partido Popular, il partito del primo ministro Rajoy, e 90 contrari con 3 astenuti, ora la discussione passa al Congresso (la Camera spagnola) per l'approvazione definitiva.

La legge inasprisce le sanzioni per gli scambi non autorizzati di opere coperte da copyright attraverso la rete ed entra in vigore già dal 1° Gennaio 2015. Le sanzioni raddoppiano e ora vanno da un minimo di 150 mila euro ad un massimo di 600 mila euro.

Ma l'aspetto più importante e interessante per l'Europa della nuova legge spagnola LPI è l'introduzione della "tasa Google", la tassa Google, inserita nell'articolo 32.2 della legge, un punto questo che ha visto il duro scontro in Spagna tra governo e opposizione, al punto che esponenti del Partito Socialista hanno dichiarato che questa tassa non sarebbe dovuta essere introdotta in quanto il governo di Rajoy non avrebbe tenuto conto delle altre esperienze europee e ritengono inoltre che questa sia una legge introdotta per proteggere i grandi editori.

Il famigerato art. 32.2 della LPI prevede che nel momento in cui si mette a disposizione del pubblico, attraverso servizi elettronici, quindi la Rete, di contenuto o frammenti di esso riconosce agli editori in "diritto inalienabile" a ricevere una compensazione equivalente per la proprietà intellettuale che è stata riprodotta. Di fronte all'approvazione di questo articolo Google dovrebbe riconoscere agli editori una compensazione per il fatto di riprodurre i loro contenuti all'interno di Google News. In sostanza ci si trova di fronte ad una situazione non diversa di quella creatasi anche in Germania, dove il motore di ricerca da una settimana per le notizie ricercate sul motore di ricerca e provenienti da certi editori fa visualizzare solo il titolo e il link di riferimento. Nella fattispecie spagnola, da Mountain View fanno sapere di voler rispondere in maniera adeguata e non escludono addirittura di chiudere del tutto Google News.

La Spagna si allinea quindi a quanto già visto in alti paesi. Nel nostro paese Google fattura più di 1 miliardo di euro con una tassazione irrisoria. Qualche mese fa si parlava di "web-tax", un progetto rilanciato dall'On. Francesco Boccia, PD, con lo scopo di ridurre le agevolazioni fiscali di cui godono le grosse aziende tecnologiche. Ma la Commissione UE sull'Antitrust, dopo un lungo periodo senza aver preso una posizione adeguata, sta cominciando a muovere i primi passi in questa direzione aprendo una indagine su Amazon e sulle agevolazioni fiscali grazie ad una legge del Lussemburgo che le permetteva di accedere ad una agevolazione fiscale dell'1%.

E anche l'Irlanda pochi giorni fa ha annunciato di voler mettere fine al "doppio irlandese", uno stratagemma fiscale per cui le grandi aziende tecnologiche riuscivano a pagare le tasse con una tassazione del 12%. Insomma, di fronte a questo scenario l'Europa dichiara guerra alle condizioni agevolate di cui godono i collosi tech. A questo punto di attende la mossa ufficiale della Commissione Antitrust UE.

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