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Le bici a scatto fisso fanno impazzire le Google Car

Le Google Car, le macchine autonome dell’azienda di Mountain View, sono estremamente caute nella guida. Eppure sono proprio i sensori e gli algoritmi che ne regolano la marcia ad aver mandato in confusione una macchina autonoma di Google ferma da un incrocio. La colpa? Di una semplice bicicletta a scatto fisso.
A cura di Marco Paretti
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google car bicicletta scatto fisso

Le Google Car, le macchine autonome dell'azienda di Mountain View, sono estremamente caute nella guida. Lo dimostrano i soli 12 incidenti registrati su oltre 1,8 milioni di miglia percorse, intoppi la cui colpa è peraltro da imputare ad un errore dei guidatori (umani) a bordo di altre vetture. Eppure sono proprio i sensori e gli algoritmi che ne regolano la marcia ad aver mandato in confusione una macchina autonoma di Google ferma da un incrocio. La colpa? Di un ciclista fermo accanto alla vettura, colpevole solo di possedere una bici a scatto fisso.

Lo riporta Business Insider, che spiega come le biciclette a scatto fisso – apprezzatissime dai cosiddetti hipster e non solo – rappresentino un comportamento insolito per gli algoritmi delle Google Car che analizzano ciò che circonda il mezzo. Il motivo è semplice: a differenza delle classiche biciclette, quelle a scatto fisso possiedono un solo rapporto non libero. Ciò significa che la pedalata segue costantemente la rotazione della ruota e non può essere interrotta in marcia se non frenando bruscamente. Insomma, su una bici a scatto fisso bisogna continuare a pedalare, ma si ha anche maggiore controllo sulla reattività del mezzo a due ruote.

google car bicicletta scatto fisso

L'utilizzo di questa tipologia di bicicletta si è via via affievolito dopo l'invenzione del freno – risulta comunque difficile da gestire e potenzialmente pericolosa – restando però bene affermata all'interno dei velodromi e tra le comunità di appassionati, dove l'old school è molto apprezzato. Il fatto di avere un solo rapporto fisso permette di mettere in pratica qualche "trucchetto", come la derapata – skid, in gergo – e il trakstand. Quest'ultima mossa consente di fermarsi ad un semaforo o ad uno stop senza dover mai mettere i piedi a terra, dando leggeri colpetti in avanti e indietro per restare in equilibrio.

È proprio questa pratica ad aver mandato in confusione i sensori della Google Car ferma ad un semaforo. La presenza di un ciclista a bordo di una scatto fisso intento in un trackstand deve aver fatto registrare un comportamento anomalo ai sensori dell'auto, che prima si è mossa un po' in avanti, poi si è fermata e successivamente è ripartita. Un balletto durato qualche minuto con grande ilarità degli ingegneri di Google presenti all'interno della macchina, che, secondo il ciclista, sorridevano e digitavano su un computer. Probabilmente si stavano annotando un elemento importante: riprogrammare le Google Car tenendo conto degli hipster.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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