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Linkedin è inarrestabile: recruiting tradizionale e CV sono al capolinea?

Linkedin è la vetrina più indicata per il recruiting. A 10 anni dal lancio della piattaforma, analizziamo modello, contenuti, opportunità e trend. Il vecchio CV cartaceo è datato: la frontiera per il job seeking viaggia sulla rete.
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Ha compiuto 10 anni quest'anno e ha festeggiato con un documento che riepiloga il suo percorso, dalla genesi nel 2003 al corrente 2013, in cui ha raggiunto 225 milioni di utenti (dato giugno 2013).  Stiamo parlando di Linkedin, il social network per professional che solo in Italia ha raggiunto quota 5,5 milioni di iscritti.

Una ricerca condotta da Link Humans e scaricabile su Slideshare  ha mappato gli iscritti a Linkedin per ogni Paese, dagli Stati Uniti all'India, constatando come – prevedibilmente – il numero di iscritti è proporzionale al tasso di disoccupazione, a dimostrazione di come il social sia considerato una chance per trovare lavoro dove questo scarseggia. Le opportunità si creano realmente? Non sempre è così, ma una certa visibilità si riesce ad ottenerla al di fuori del giro strettamente locale e delle conoscenze personali.

L'Huffington Post commenta alcuni risultati indicativi della ricerca condotta da Humans, riportando i casi di Spagna e Germania:

Un caso di scuola è la Spagna: il tasso di disoccupazione è al 26.8%, mentre limitandosi ai giovani di tocca il 56.4%. Ebbene, a fronte di una popolazione vicina ai 48 milioni, gli spagnoli iscritti a LinkedIn sono ben 5 milioni. Al contrario, in un Paese come la Germania, che conta su oltre 80 milioni di abitanti e su un tasso di disoccupazione fermo al 5.4% (7.5% tra i giovani), gli iscritti al social network per trovare lavoro sono solo 2.5 milioni. The Huffington Post

Insomma, il social è sì un riferimento per chi cerca lavoro e sono soprattutto gli studenti ad attivare un profilo appena conclusa la carriera universitaria. Il vecchio CV non è più neanche preso in considerazione? Magari il cartaceo resiste ancora, ma a far polvere sulle scrivanie.
Del resto Linkedin offre davvero numerose opzioni, anche grazie ai vari tool di cui si è munito grazie alle startup che ha assorbito. Da Card Munch, l’app che scannerizza i biglietti da visita e li aggiunge alle informazioni dei contatti, a SlideShare, il servizio che permette di condividere contenuti che delineano dei profili interessanti da seguire, a Pulse, il social reader che probabilmente verrà utilizzato per sfruttare meglio il canale mobile.

I vantaggi di Linkedin? Si compila un CV online che è immediatamente consultabile, gestibile nelle sue sezioni con facilità, avendo l'opportunità di arricchire il profilo di video, presentazioni, documenti prodotti relativamente all'esperienza professionale X o l'esperienza educativa Y, il proprio portfolio, etc. Anche i propri hobby possono essere messi in risalto, così come le associazioni di cui si fa parte, per capire anche in termini di relazioni sociali quanto si è "competenti" e "smart".

Il modello funziona. 141 milioni i visitatori unici mensili registrati ad aprile (+37% in un anno), con un tempo di permanenza medio per visitatore pari a 20,6 minuti (+17% in dodici mesi). La piattaforma offre un ventaglio di 19 lingue (indonesiano compreso) e oltre 200 Paesi coperti. Il modello di business si regge prevalentemente sulle iscrizioni degli utenti (gratuite fino al profilo base e a pagamento nel passaggio al premium, obbligato se si vuole interagire con determinati profili, inviando messaggi inmail o visualizzando i profili completi); ancora, revenue provengono dai servizi venduti alle aziende e in parte dall'adv.

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Se controlliamo i numeri dai vari social, Linkedin non è certamente il primo in classifica. Google+ corre più veloce – per non parlare di Facebook – ma il professional network si difende bene.
Chi non avesse ancora un profilo Linkedin provveda a munirsene: ormai gli headhunter viaggiano tutti sulla rete!

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