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Mark Zuckerberg in giacca e cravatta davanti all’Onu: “Porteremo internet in tutto il mondo”

Giacca e cravatta. Si è presentato così Mark Zuckerberg davanti all’Onu, abbandonando l’ormai famoso abbinamento maglietta e jeans. L’occasione, d’altronde, era importante: l’annuncio di una partnership con l’organizzazione benefica ONE di Bill Gates per portare internet in tutto il mondo entro il 2020.
A cura di Marco Paretti
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mark zuckerberg onu

Giacca e cravatta. Si è presentato così Mark Zuckerberg davanti all'Onu, abbandonando l'ormai famoso completo che indossa sempre durante le sue giornate lavorative e non: maglietta e jeans. L'occasione, d'altronde, era importante: l'annuncio di una partnership con l'organizzazione benefica ONE di Bill Gates per portare internet in tutto il mondo entro il 2020. Il fondatore del social network si è presentato in un abito formale davanti alle Nazioni Unite per sottolineare come questo sforzo sia sostenuto da diverse aziende e leader di tutto il mondo e rappresenti la sfida principale per la nostra generazione.

"Più di 4 miliardi di persone non hanno voce sul web" ha spiegato Zuckerberg in un post pubblicato subito dopo il suo discorso. "Ma voi ce l'avete. Condividete questo messaggio e unitevi alla nostra chiamata per l'accesso ad internet universale". Il fondatore di Facebook ha inoltre lanciato un nuovo portale all'interno del quale vengono sottolineati gli obiettivi del progetto creato in collaborazione con ONE, l'organizzazione benefica creata dalla Bill & Melinda Gates Foundation. "Internet appartiene a chiunque" si legge all'interno del portale. "Dovrebbe essere accessibile per chiunque".

Parallelamente all'annuncio, Zuckerberg ha pubblicato un editoriale sul New York Times scritto in collaborazione con Bono degli U2, all'interno del quale ricorda l'importanza della diffusione di internet in tutto il mondo. Secondo i due autori, lo sviluppo economico internazionale è strettamente legato alla connettività globale e il primo passo per estendere il web in tutto il globo è quello di portare l'elettricità nelle zone più remote del pianeta: in alcune aree dell'Africa, per esempio, 9 persone su 10 sono sprovviste di elettricità. "Più aziende tecnologiche e imprenditori devono prendersi maggiori responsabilità" hanno spiegato i due autori. "La Silicon Valley deve spingere su tematiche come l'educazione, la salute e la crisi dei rifugiati. Vogliamo sfidare l'industria tech a fare di più per tutte le persone ai margini del mondo, intrappolate nella povertà o al di fuori del network".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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