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Megavideo, la causa per l’estradizione rinviata al 2013

I giudici neozelandesi hanno rinviato l’udienza per avere più tempo a disposizione per valutare la condizione di Kim DotCom. Lo scopo è quello di trovare un modo per incastrare il pirata informatico ma la legge sembra essere dalla sua parte.
A cura di Angelo Marra
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Udienza rinviata a marzo del prossimo anno per la causa che vede la Nuova Zelanda procedere contro l'ex hacker Kim Schmitz, patron dell'impero di Megavideo e Megaupload. I giudici hanno richiesto più tempo per valutare la questione, con la forte pressione degli Stati Uniti che vogliono con urgenza estradare DotCom per poterlo processare in patria. Le cose però non sono così semplici: in primo luogo tutto il blitz che ha portato alla cattura di Schmitz si è svolto nell'illegalità più totale ma la stessa causa rischia di crollare come un castello di carta. Kim DotCom infatti è un cittadino neozelandese proprietario di un impero che ha la sua sede ad Hong Kong, nulla a che vedere quindi con gli Stati Uniti e le sue leggi.

Inoltre se anche venisse processato in Nuova Zelanda (dove le leggi sui diritti d'autore sono più miti) pur avendo il massimo della pena (9 anni in tutto) non raggiungerebbe il limite minimo di dieci che la legge di quel paese pretende per concedere l'estradizione. A tutto ciò va aggiunta la dubbia capacità del Dipartimento di Stato di provare la “malafede” di DotCom che ha sempre sostenuto che la piattaforma non potesse controllare in maniera capillare ogni contenuto caricato sui server e che fosse intervenuta prontamente in caso di segnalazione. Insomma per il pirata di origini tedesche potrebbe tornare a piede libero nel giro di qualche mese, pronto per lanciare Megabox, la sua piccola grande vendetta contro le major discografiche. Per i giudici neozelandesi invece si apre un lungo periodo in cui saranno costretti ad escogitare ogni escamotage possibile per riuscire a condannare DotCom e liberarsi della patata bollente al più presto.

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