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Microsoft indagata dalle autorità americane per tangenti

Avrebbe pagato tangenti e benefit ad autorità di governi esteri per ottenere contratti di licenza software con vari partner commerciali.
A cura di Bruno Mucciarelli
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La notizia è davvero imponente. Secondo un'esclusiva del The Wall Street Journal, Microsoft avrebbe pagato molteplici tangenti in denaro e in benefit ad alti dirigenti di governi cinesi ed europei affinché questi ultimi realizzassero contratti di notevole spessore con vari partner commerciali per le licenze software della grande azienda di Redmond.

Il Dipartimento di Giustizia (DoJ) con la Securities and Exchange Commission (SEC) sta ora indagando proprio sull'azienda capitanata da Steve Ballmer che potrebbe essere ricorsa dunque ad un giro di denaro sporco per far sì che i propri programmi venissero inseriti in alcuni finanziamenti con partner commerciali prescelti. Secondo le indiscrezioni un ex dipendente della stessa Microsoft in terra cinese, avrebbe passato tutte le informazioni in suo possesso ai federali sulla vicenda che sembra essere tutto fuorché pulita.

Un influente executive della divisione asiatica di Microsoft avrebbe infatti ordinato di consegnare tangenti ad alcuni ufficiali di governo locale, per ottenere molteplici contratti di licenza per la distribuzione dei prodotti Windows in Cina. Microsoft inoltre avrebbe trovato accordi con alcuni personaggi influenti in Romania che hanno quindi premuto direttamente sul decastero alle Comunicazioni della nazione. Le pressioni sarebbero arrivate addirittura in Italia dove alcuni consulenti provenienti da Redmond sarebbero stati sfruttati per offrire viaggi e regali ai membri di governo italiano.

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Cosa rischia Microsoft? In USA l'azienda rischia davvero grosso. Dal 1977 infatti vige una durissima legge, la Foreign Corrupt Practices Act (FCPA), che punisce in modo esemplare le aziende che utilizzano denaro per ovviare a proprie attività illecite.

Terremo queste accuse in seria considerazione e collaboreremo pienamente nelle indagini di qualsiasi governo.

Vicepresidente di Microsoft John Frank

A tutte queste accuse, indirettamente, Microsoft si sente già in qualche modo non colpevole. Infatti riuscire a tenere buoni gli oltre cento mila impiegati dell'intera azienda distribuiti in oltre 112 paesi del mondo, non sembra essere poi quanto mai facile e qualche situazione anomala e non corretta non può che capitare, importante è porre rimedio pulendo le cose e le persone sbagliate che hanno commesso errori.

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