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Nuova Privacy Policy di Google, dietrofront dell’Europa

Domani gli utenti di Google vedranno scattare le nuove regole che riguardano il trattamento dei dati personali abbondantemente annunciate sull’intera piattaforma. Dopo il plauso iniziale di Viviane Reding ora l’Europa si dice preoccupata e chiede più tempo per analizzarne i punti più importanti.
A cura di Angelo Marra
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L'Europa cambia idea sulla nuova Privacy Policy di Google e chiede al colosso più tempo per poterne valutare eventuali irregolarità. Dal 1 marzo infatti gli utenti di Google e di tutta la sua galassia di servizi (da Gmail a YouTube, da Maps fino a G+) saranno sottoposti ad un regolamento sul trattamento dei dati personali più semplice e più snello che però non ha mancato di suscitare qualche polemica. Ad essere criticata è stata subito la mancanza di possibilità di scegliere impostazioni diverse per servizi così differenti come quelli offerti da BigG ma nelle intenzioni di Mountain View la nuova policy dovrebbe risultare più semplice per tutti gli utenti senza dover includere decine e decine di clausole diverse.

La scelta di Google di mettere in pratica il nuovo regolamento è avvenuta mentre in Europa si discute il “diritto all'oblio” ovvero la garanzia di pieno accesso e gestione da parte degli utenti di tutte quelle informazioni possedute dai siti nei quali normalmente navighiamo. Proprio l'aver anticipato la scelta dell'UE aveva attirato sul colosso americano il plauso della Commissaria Europea Viviane Reding, che a tal proposito aveva dichiarato:

Google è stato rapido. Ancor prima che la Commissione avesse deciso la nuova legge europea, Google ha compiuto il primo passo per l’adozione di migliori regole. Posso solo applaudire, affinché più società cerchino di muoversi nella giusta direzione.

Ora sembra che la situazione sia completamente cambiata, con l'Europa che chiede a BigG di interrompere l'avvio della nuova policy in attesa che ne vengano chiariti alcuni punti. L'integrazione delle informazioni nello sterminato mondo dei servizi offerti da Google infatti aumenterebbe di fatto il controllo del colosso informatico su quanto svolgiamo in rete, abbastanza per creare qualche preoccupazione all'UE. Google al momento si è rifiutato di interrompere il lancio della nuova policy, ritenendo infondate le preoccupazioni e le critiche arrivate, ora bisognerà capire quali iniziative intenderà prendere l'Europa anche alla luce del recente scandalo che ha riguardato Mountain View proprio per quello che riguarda il trattamento dei dati dei suoi utenti.

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