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Parlamento Europeo, ok alla risoluzione per lo spacchettamento di Google

Con 384 voti favorevoli, 174 voti contrari e 56 astenuti il Parlamento Europeo approva oggi a Strasburgo la risoluzione con cui invita la Commissione UE a prendere in considerazione anche lo spacchettamento di Google.
A cura di Francesco Russo
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Dopo le anticipazioni diffuse dal Financial Times nei giorni scorsi su una possibile risoluzione del Parlamento Europeo per proporre l'operazione che va sotto il nome di “unbundling” indirizzata a Google, ecco che oggi la risoluzione viene approvata dal Parlamento ottenendo 384 voti favorevoli, 174 voti contrari e 56 astenuti. Una netta maggioranza che si è espressa a favore dello spacchettamento di Google vedendo da una parte le attività legate al motore di ricerca e dall'altra tutte le altre attività del colosso di Mountain View.

Nei fatti la maggioranza del Parlamento di Strasburgo costituita da Popolari Europei e PSE ha votato compatta a favore della risoluzione che, tra le altre misure, chiede alla Comissione UE di "considerare di fare proposte per la separazione dei motori di ricerca da altri servizi commerciali". Una risoluzione che aveva fatto molto discutere tanto in Europa quanto negli Usa dove i media hanno commentato l'azione europea come una volontà a "politicizzare" una materia così delicata. Va ricordato che la risoluzione oggi approvata non ha potere vincolante per la Commissione, può essere vista come "indirizzo ad operare". Ma nei fatti è la prima volta che il Parlamento Europeo prende una posizione su questa materia, mettendo pressione all'operato della Commissione guidata da Juncker, insediatasi da poche settimane. E sul tavolo dei commissari competenti ci sono vari fascicoli aperti a carico di Google, il primo riguarda quello aperto dalla Commissione Antitrust già quattro anni fa e che ora potrebbe avere di riflesso una forte accelerazione. Ma ci sono anche i fascicoli che riguardano la Privacy e la proprietà intellettuale.

Google, tra l'altro, è sotto accusa per il fatto di indicizzare i risultati delle sue ricerche in modo da dare più risalto a prodotti o servizi, come ad esempio hotel o pacchetti viaggio, che pagano per avere maggiore visibilità o che sono parte della galassia del colosso Google. Il caso specifico è stato portato all'attenzione della Commissione da diversi operatori di e-commerce ed è ora nelle mani del nuovo commissario per la concorrenza, la danese Margrethe Vestager. Una vicenda che il suo predecessore, Joaquin Almunia, non è stato in grado di portare avanti in quanto stato costretto a evitare un compromesso con Google a causa delle forti pressioni contrarie a un accordo che sembrava favorire il gigante di Mountain View.

Il Parlamento Europeo chiede esplicitamente alla Commissione UE "di fare in modo da impedire ogni abuso nel marketing di servizi correlati da parte di operatori di motori di ricerca" e invita la Commissione a impegnarsi perchè i risultati delle ricerche "non siano discriminatori". La risoluzione oggi approvata chiede che "l'indicizzazione, la valutazione, la presentazione e il ranking da parte dei motori di ricerca devono essere imparziali e trasparenti".

A questo punto si attende il pronunciamento della Commissione che potrebbe anche non tenere conto della risoluzione. Di certo lo scenario si complica non poco.

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