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Opinioni

PostEsami, la webserie, è la consacrazione di Edoardo Ferrario

A due anni dall’uscita di Esami – La serie, arriva la seconda stagione che ne sconvolge il format mantenendo gli stessi personaggi. Caso più unico che raro di webserie senza paragoni possibili tra tempi televisivi e libertà cinematografica.
A cura di Gabriele Niola
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Sono cambiate moltissime cose nella vita professionale di Edoardo Ferrario dal 2014 ad oggi, da quando cioè è uscita la prima stagione di Esami – La serie. La seconda quindi non poteva che essere tutto un altro format intorno agli stessi personaggi. Nelle nuove puntate della serie che avevamo seguito già dalle riprese, Ferrario rimette in scena quei personaggi che avevamo visto negli esami di Economia, Giurisprudenza, Filosofia ecc. ecc. Solo che ormai, svincolati dall’Università, li guarda nella loro vita comune. Meno format e più stand up comedy.

Si chiama PostEsami questa seconda stagione e riflette quello che era da tempo il desiderio di questo stand up comedian che in rete ha trovato il secondo luogo in cui sviluppare la propria comicità (il primo ovviamente sono i palchi su cui continua ad esibirsi con grandissimo successo). Le nuove puntate prendono di petto ognuna un genere del video e sembrano sviluppare in live action dei monologhi, appaiono come una paradossale e riuscita forma di adattamento, qualcosa di inedito per la rete.

Il primo episodio, tutto ambientato in macchina, sembra un video di quelli catturati casualmente con videocamere nascoste; il secondo è pensato come un paradossale tutorial; il terzo invece è calcato sulla forma degli Extra dei DVD. Ognuno ha una sua sigla in tema che annuncia le caratteristiche della puntata e contiene in embrione l’idea centrale. Il punto è che Edoardo Ferrario è talmente un alieno nel panorama mediatico da necessitare anche di format e idee nuove. Non a caso le sue partecipazioni televisive e radiofoniche, all’interno di programmi consueti e inserito in spazi abbastanza canonici, continuano a generare meno eco di quel che posta online o fa sui palchi. E non perché siano di qualità peggiore, anzi, ma perché sembrano sempre un passo indietro rispetto a quel che si concede quando disegna da sé tempi, ritmi e ambienti.

Benché le origini della sua comicità siano ben chiare e non sembri assolutamente arrivato dal nulla (anzi è figlio di molti padri, tutti riconoscibili), Edoardo Ferrario rispetto a tutto il resto che vediamo online porta una passione per il contesto e lo sfondo che non sono usuali. Non è un insulto dire che nei suoi video costumi e scenografia appaiono come più importanti della sceneggiatura che invece è sempre liquida, soggetta ai cambi e alle variazioni introducibili in ogni ciak (addirittura per la prima stagione la seconda parte di ogni puntata, quella fuori dall’esame, non era nemmeno prevista inizialmente ma è stata aggiunta all’ultimo). Venendo dalla stand up comedy lo credevano un comico di parola, invece ha un gusto per l’umorismo visivo molto più sviluppato della media e non solo di quella che vediamo online.

PostEsami ancora più che Esami mette in risalto quest’idea, cioè quella di creare un ambiente e un personaggio attraverso elementi di arredo e abbigliamento (o addirittura una messa in scena particolare che imiti forme di video già note) e poi, una volta all’interno della scena, lavorare su un canovaccio per dar vita alle gag, alle battute e a quello che è il ritmo interno della puntata. Il risultato non sembra per nulla nuovo o rivoluzionario ma il modo di lavorarci, quello sì, viene da un ibrido che non appartiene ai tempi contingentati e al rigore metodologico della televisione ed è forse più simile alla libertà che esiste nel processo di creazione del cinema.

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