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Privacy e diritto all’Oblio: possibile la modifica dello snippet in casi particolari

Il Garante per la Privacy ha deciso che gli utenti non possono ottenere da Google la cancellazione dai risultati di ricerca di una notizia che li riguarda: il diritto all’oblio, specifica l’autorità, deve essere bilanciato con il diritto di cronaca. Ma, per la prima volta, il Garante autorizza la modifica dello snippet, ossia l’abstract che il motore genera mostrando i risultati di ricerca.
A cura di Francesco Russo
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Il Garante per la Privacy ha deciso che gli utenti non possono ottenere da Google la cancellazione dai risultati di ricerca di una notizia che li riguarda se si tratta di un fatto recente e di rilevante interesse pubblico: il diritto all'oblio, specifica l'autorità, deve essere bilanciato con il diritto di cronaca. La decisione del Garante deriva dal rigetto del ricorso presentato da una persona che contestava la decisione del motore di ricerca di non deindicizzare un articolo che riportava un'inchiesta giudiziaria in cui risultava implicata. Ma, per la prima volta, il Garante autorizza la modifica dello snippet, ossia l'abstract che il motore genera mostrando i risultati di ricerca.

La persona indagata chiedeva di cancellare il riferimento all'articolo perché riteneva che il testo riprodotto era "estremamente fuorviante ed altamente pregiudizievole".  In seguito all'istruttoria avviata dall'Autorità, è emerso che la notizia contestata risultava essere, invece, molto recente e, soprattutto, di sicuro interesse pubblico, riguardando un'importante indagine giudiziaria che ha visto coinvolte numerose persone, seppure in ambito locale. I dati personali riportati, tra l'altro, erano stati trattati nel rispetto del principio di essenzialità dell'informazione.

Di conseguenza l'Autorità ha ritenuto di respingere il ricorso della persona che chiedeva di bloccare il trattamento dei suoi dati da parte di Google, non facendo più, in questo modo, associare nei risultati delle ricerche il proprio nominativo all'articolo citato. Secondo il Garante, di fronte a questo caso, ha prevalso il diritto di cronaca piuttosto che il diritto all'Oblìo.

Inoltre l'autorità ha ricordato che la persona interessata, nel caso ritenga non veritiere le notizie che la riguardano, può comunque chiedere all'editore l'aggiornamento, la rettificazione e l'integrazione dei dati contenuti nell'articolo.

Ma nell'ambito dello stesso procedimento, e per la prima volta nel nostro paese, si è posto il problema della coerenza con i testi originali scansionati dal motore stesso dei cosiddetti "snippet", ossia le sintesi automatiche generate da Google e che accompagnano i risultati di ricerca. La persona che aveva fatto ricorso aveva chiesto a Mountain View che, in alternativa alla deindicizzazione, cancellasse o modificasse lo snippet che compariva sotto il link all'articolo, dato che secondo lui associava il proprio nominativo a reati più gravi rispetto a quelli per i quali era indagato.

Dalle verifiche portate avanti dal Garante, è emerso che, in effetti, l'abstract rilevato dal motore di ricerca poteva risultare fuorviante in quanto non in linea con i fatti riportati all'interno dell'articolo. Di conseguenza, la richiesta, ritenuta legittima, è stata autonomamente accolta dal colosso di Mountain View che ha così provveduto a eliminare l'abstract generato dal proprio algoritmo.

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