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Rapporto sulla Trasparenza di Google, in aumento le richieste di rimozione dall’Italia

Google pubblica il rapporto sulla trasparenza, Google Transparency Report 2014. Da un lato, sono in calo a livello globale le richieste di rimozione di contenuti. Mentre dall’altro, sono in aumento le richieste in Russia e in Italia.
A cura di Francesco Russo
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Google pubblica il suo rapporto sulla trasparenza, Google Transparency Report 2014, il quale evidenzia due risultati in particolare. Da una parte, si evidenzia il calo delle richieste di rimozione di contenuti inoltrate a Google da governi e dalle autorità giudiziarie del mondo che passano da 3.846 nel primo trimestre 2013, a 3.105 nella seconda metà dello stesso anno. Dall'altra però si evidenziano i dati contrastanti che provengono da Russia e Italia, in aumento, che ne hanno inoltrate infatti 65 contro le 33 nel periodo precedente. Per quanto riguarda il nostro paese, il numero totale di elementi di cui è stata richiesta la rimozione è stato di 1.200. Google ritiene che il calo delle richieste a livello globale sia dovuto alle minori richieste provenienti dalla Turchia.

Nello specifico, per quanto riguarda l'Italia, il 77% delle domande è legato alla diffamazione, il 9% a marchi e il 5% a copyright. A livello globale, nell'intero 2013 le domande di rimozione pervenute a Google si sono attestate a quota 6.951, contro le 4.100 del 2012. Tra le richieste, il 38% ha come causa la diffamazione, il 16% oscenità e nudo, l'11% privacy e sicurezza.
Le domande hanno interessato principalmente le piattaforme Blogger, YouTube e le ricerche di Big G. "Divulghiamo il numero di richieste di rimozione di informazioni dai nostri servizi ricevute dai proprietari del copyright e dalle autorità", ha spiegato Google. "Ci auguriamo che questa iniziativa volta a una maggiore trasparenza contribuisca a chiarire le discussioni attualmente in corso per definire in modo appropriato l'ambito e l'autorità delle norme per i contenuti online".

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Ma Google non è la sola azienda che pubblica il suo rapporto sulla trasparenza. Infatti, oltre al colo ccaliforniano che pubblica il suo rapporto dal 2009, altre aziende tecnologiche americane, come Yahoo, Facebook e Twitter, rendono note le richieste di rimozione ricevute.

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