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Russia, chi utilizza WhatsApp sul lavoro rischia il licenziamento

In Russia ci saranno pesanti ripercussioni su chi viene sorpreso ad utilizzare WhatsApp e le altre applicazioni per la messaggistica istantanea sul posto di lavoro.
A cura di Marco Paretti
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In Russia ci saranno pesanti ripercussioni su chi viene sorpreso ad utilizzare WhatsApp e le altre applicazioni per la messaggistica istantanea sul posto di lavoro. I funzionari individuati ad inviare messaggi attraverso applicazioni non approvate dal governo – come la quasi totalità di quelle più utilizzate nel resto del mondo – rischiano anche il licenziamento. Come rivela il quotidiano Izvestia, tra le applicazioni presenti nella lista nera figurano WhatsApp, Viber e Telegram, da individuare, pare, attraverso un software specifico richiesto dal Cremlino ai servizi federali russi, l'FSB.

Il divieto dovrebbe entrare in vigore entro il 2017, dopo che l'FSB avrà provveduto a preparare le leggi necessarie ad avviare l'iniziativa proposta dalla commissione presidenziale, ma basata su un suggerimento del Ministero della Difesa che proponeva di vietare ai funzionari del governo la possibilità di utilizzare le applicazioni di messaggistica estere se impegnati a svolgere il proprio lavoro. A finire nel mirino delle autorità sono infatti tutte quelle soluzioni sviluppate al di fuori del paese e già criticate da diversi ufficiali, che più volte hanno sconsigliato di utilizzare servizi come Google, WhatsApp e Yahoo.

Ad essersi schierati contro le app di messaggistica straniere sono stati, per esempio, il capo del consiglio di sicurezza russo Nikolay Patrushev e il ministro delle comunicazioni Nikolay Nikiforov, che aveva già chiesto a tuti i dipendenti statali di non utilizzare più le app durante il lavoro, ma solo nel tempo libero. Una legge simile a quella in arrivo per le app è in realtà già attiva dal 2015, quando il primo ministro Dmitry Medvedev ha approvato una normativa che vieta ai dipendenti statali di utilizzare software prodotto all'estero, salvo rare eccezioni legate a programmi che non hanno una controparte russa.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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