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SmartLogo, lo strumento per integrare le informazioni aziendali nel logo, vincitore di un Grant al Working Capital. Intervista a Matteo Casini

Una particolare tecnica di watermarking permetterà alle aziende di inserire informazioni all’interno dei propri loghi. Un’evoluzione del QR Code che rispetta il design del brand. L’idea si è aggiudicata il Grant all’ultimo Working Capital.
A cura di Angelo Marra
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Durante l'ultima edizione del Working Capital Tour sono stati numerosi i progetti presentati, alcuni dei quali di altissimo livello. Uno dei più interessanti è di sicuro SmartLogo, l'ultima frontiera della comunicazione aziendale. Chi utilizza lo smartphone già conoscerà i QR Code, evoluzione dei classici codici a barre, che possono essere letti da qualsiasi dispositivo tramite fotocamera e che contengono all'interno link, indirizzi ed informazioni relative all'azienda.

Con la diffusione di terminali Android e iOS l'utilizzo del QR COde si è fatto sempre più frequente, nelle pubblicità, a margine di un articolo e così via, ma se da una parte premia la funzionalità di racchiudere tante informazioni in una piccola immagine, dall'altra risulta esteticamente poco gradevole e spesso non in linea con il design di un determinato brand.

A questo problema ha pensato di rispondere Matteo Casini con SmartLogo, una tecnica per trasformare il logo stesso dell'azienda in un contenitore di dati senza stravolgerne l'estetica. La funzione risulta essere molto simile a quella dei Qr Code, ma tramite una tecnica di watermarking i dati vengono "impressi" in maniera invisibile all'interno del marchio, risultando poi leggibili da qualsiasi smartphone e mantenendo lo stile peculiare dell'azienda.

Per distinguere i loghi classici da quelli "leggibili" verrà aggiunta una piccola "s" all'interno di un cerchietto (molto simile al simbolo del copyright) accanto all'immagine rappresentativa della società. L'utilizzo di terminali mobili quali smartphone e tablet si è ormai affermato come il futuro della tecnologia ad uso domestico, pertanto SmartLogo ha tutte le carte in regola per potersi affermare come standard, con vantaggi sia per gli utenti che non devono più affannarsi a trovare le informazioni desiderate, sia per le aziende che possono usare semplicemente il proprio logo per comunicare con i propri clienti. Il valore dell'idea non è passato inosservato alla giuria dell'ultimo Working Capital Tour, conquistando uno dei Grant da 30.000 euro messi in palio.

Abbiamo chiesto a Matteo Casini di parlarci del suo SmartLogo.

Raccontaci qualcosa del progetto: com’è nata l’idea? Da quante persone è composto il team? Quali sono i progetti e le speranze per il futuro?

 Ho avuto l'idea di SMARTLOGO quando mi sono accorto che sempre più frequentemente venivano associati i QR-Code alle immagini dei loghi aziendali. Il mio commento è stato: "Perché non facciamo qualcosa per recuperare le informazioni direttamente dalle immagini dei loghi, invece di utilizzare questi "codici a barre". E' stato grazie a Working Capital che ho deciso di mettere tutto nero su bianco e non avrei mai immaginato che fra tutti quei progetti sarei riuscito ad arrivare in finale e vincere il grant. Questo è stato un'importante punto di partenza, e sarà uno stimolo a realizzare la mia idea.

Faccio parte di un team di 6 persone, che afferiscono al MICC, Media Integration and Communication Center, dell'Università di Firenze , che sicuramente saranno coinvolte nel progetto SMARTLOGO e che ringrazio per il supporto che mi hanno dato. Io mi occupo principalmente dello studio e sviluppo di applicazioni interattive MHP per la Televisione Digitale Terrestre, sempre più diffusa nelle nostre case. Mi auguro che gli utenti conoscano presto i benefici della TV interattiva e che nel futuro si continui ad investire su queste tipologie di servizi.

Cosa significa per una startup esordire nel mercato italiano? Quali sono le maggiori difficoltà che avete incontrato?

SMARTLOGO non è in fase di startup, ancora è un' idea progettuale. Ma mi auguro lo diventi presto!

Credo comunque che per le startup, le difficoltà maggiori nel mercato italiano siano "il tempo" e la "possibilità di sbagliare". Troppo spesso, dopo che le startup sono costituite, non viene dato loro modo di formarsi e di entrare nel mercato. Ed anche le buone idee finiscono per fallire. Questo però non dovrebbe penalizzare gli startupper, che purtroppo rimangono negativamente condizionati dalla loro esperienza. Questo è un aspetto che esiste solo nel mercato italiano. In Europa, e nel resto del mondo, un giovane startupper è più tutelato e viene maggiormente stimolato ad entrare nel mercato.

Le parole chiave sembrano essere produttività e rilancio dell'economia. Quali sono i principali provvedimenti in cui confidate da parte del governo?

Per rispondere a questa domanda faccio riferimento a quanto detto precedentemente. Alla finale di Working Capital a Torino, ho conosciuto tanti giovani con progetti, idee, sogni….ognuno di loro credeva fermamente in quello che aveva realizzato o progettato. E' da qui che bisogna partire per parlare di produttività e sviluppo, e la mia speranza è che le istituzioni se ne accorgano il prima possibile, attuando provvedimenti diretti e che realmente rilancino la NOSTRA economia.

Cosa trasforma una buona idea in un business redditizio? Quali sono le strategie da seguire?

Cito la seguente frase "The best ideas are easily adopted, require little learning and seem obvious in hindsight". Non ricordo chi l'ha scritta ne dove l'ho letta, ma per me questa frase vuol dire tanto, e mi porta a pensare che le idee migliori a volte le abbiamo sotto gli occhi. Poi una volta trovata l'idea deve essere realizzata. Per questo l'importante è realizzare fin da subito un business plan pluriennale, che renda chiara l'evoluzione dell'azienda e quali saranno i principali obiettivi da perseguire, inquadrando ed analizzando lo scenario di mercato in cui vogliamo inserirci.

Come impiegherai il premio che ti è stato assegnato?

Impiegherò il premio per realizzare il progetto SMARTLOGO. In un anno vorrei rilasciare una prima versione del progetto e capire se sono possibili eventuali sviluppi che ancora non ho preso in considerazione. Sarà necessario inizialmente un'importante studio nel campo del digital watermarking, ed un successivo sviluppo dei software dedicati. In queste fasi saranno coinvolti almeno altri tre ricercatori che lavorano con me.Impiegherò il premio per realizzare il progetto SMARTLOGO. In un anno vorrei rilasciare una prima versione del progetto e capire se sono possibili eventuali sviluppi che ancora non ho preso in considerazione. Sarà necessario inizialmente un'importante studio nel campo del digital watermarking, ed un successivo sviluppo dei software dedicati. In queste fasi saranno coinvolti almeno altri tre ricercatori che lavorano con me.  

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