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Stazione Futuro: una mostra per svelare il volto del Domani

Stazione Futuro, la mostra sulle tecnologie del futuro curata da Riccardo Luca, aprirà i battenti il prossimo 17 marzo 2011 presso le “Officine Grandi Riparazioni” e la “Venaria Reale” di Torino. Il futuro è tornato.
A cura di Anna Coluccino
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Stazione Futuro è un viaggio nel tempo che prende a pretesto i festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia per raccontare "la migliore espressione della creatività e dell’innovazione italiana". Non si tratta, però, di un percorso a ritroso alla scoperta di ciò che è accaduto, quanto piuttosto di un viaggio attraverso ciò che accadrà o che, ancora meglio, sta per accadere. Perché le tracce di ciò che saremo, da qui a dieci anni, possiamo cominciare a seguirle fin da subito. Per capire, per scoprire, per non lasciare che il futuro ci investa come un inatteso e devastante meteorite; per raddrizzare la rotta, se necessario, ed evitare errori madornali i cui effetti sarebbe stato possibile prevedere. Perché, come recita il "manifesto" dell'evento curato dal direttore di Wired Italia Riccardo Luna: «Il futuro non è utopia, idealismo o fantascienza, ma è fatto dalle tante piccole e grandi storie di chi lavora ogni giorno».

Tra poco più di un mese, il 17 marzo 2011, Stazione Futuro aprirà le porte a tutti coloro che vorranno intraprendere questo affascinante viaggio nel "poi". Le Officine Grandi Riparazioni e la Venaria Reale di Torino faranno da ideale cornice a questa importantissimo evento, che resterà in allestimento per ben otto mesi, fino al 20 novembre 2011.

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Al centro di tutto ci sono le idee, i prototipi, i prodotti, i processi. In poche parole: il quasi-futuro. Il tutto viene narrato attraverso l'utilizzo di linguaggi multimediali (video 3D, ologrammi, realtà aumentata). Gli items sono suddivisi per aree tematiche, la cui individuazione è stata fatta in base ai macro-settori che (si presume) ospiteranno i più importanti cambiamenti, locali e globali, dei prossimi dieci anni: energia, protezione del territorio, rifiuti, chimica, tessile, mobilità, casa, cibo e salute, comunicazione, lavoro, robotica e spazio.

Certo, si tratta di un'impresa di non facile realizzazione, tanto da spingere lo stesso Riccardo Luna ad affermare. all'interno di un articolo redatto per Rolling Stone:

Avrei dovuto rifiutare lo so, questo è l'azzardo più grosso della mia vita: più di lasciare Repubblica quando sei un giovanissimo caporedattore, più di far scoppiare Calciopoli, più di fondare un quotidiano dedicato ad una squadra di calcio da disoccupato. Più di fare Wired in Italia. E infatti ho accettato, senza sapere bene cosa avrei dovuto fare, qual è la complessità organizzativa e produttiva che c'è dietro un evento del genere. Ma con una certezza, solida, granitica, entusiasmante. Questa: le storie da raccontare le avrei trovate, erano lì, sono lì che aspettano solo di essere scoperte. Sono le idee e i progetti italiani che ci cambieranno la vita nei prossimi dieci anni. Il meglio dei nostri laboratori di ricerca pubblici e privati, compreso quello che stanno facendo gli scienziati italiani all'estero. A scorrerli uno dopo l'altro viene davvero voglia di dire, anzi di urlare: “Il futuro è tornato”.

Ebbene sì, a giudicare dalle parole entusiastiche di Luna, sembra davvero che il futuro sia tornato.  Ma non dovete credergli sulla parola se non volete, stavolta potrete vedere per credere. Vi basterà fare un giro a Torino.

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