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Trump presidente, ecco come potrebbero cambiare le tariffe di Amazon

Il nuovo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, non ha particolarmente a cuore il CEO di Amazon, Jeff Bezos. Qual’è, quindi, il futuro del colosso dell’e-commerce?
A cura di Marco Paretti
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Amazon jeff bezos dipendenti

Il nuovo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, non ha particolarmente a cuore il CEO di Amazon, Jeff Bezos. Non solo perché secondo Trump il colosso dell'e-commerce "ha un grosso problema con l'antitrust", ma anche perché Bezos è il proprietario del Washington Post, una testata che durante la campagna elettorale ha investigato aggressivamente il candidato repubblicano. Qual'è, quindi, il panorama futuro di un'azienda chiaramente nel mirino del nuovo Presidente degli Usa?

Amazon è ormai la quinta azienda americana, un colosso costruito sulla vendita online di merci in arrivo da fabbriche oltreoceano che Trump ha definito causa dell'emorragia di lavori in America. Un approccio sostenuto dagli accordi commerciali che proprio il nuovo presidente ha definito "poco vantaggiosi per gli Usa", ma che hanno consentito ad Amazon di realizzare un network globale di magazzini, trasporti e data center, arrivando a localizzare oltre un terzo dei suoi uffici al di fuori degli Stati Uniti, generando il 32 percento dei profitti dall'estero.

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Per questo la situazione per il colosso di Bezos sembra ora in bilico, elemento sottolineato anche dalla caduta del 2 percento delle azioni di Amazon in seguito all'annuncio della vittoria di Trump. Un futuro incerto del quale è chiaramente a conoscenza anche l'azienda, che nell'annuale rapporto finanziario aveva indicato potenziali impatti negativi dovuti alle misure protezioniste che potrebbero essere messe in atto proprio dall'amministrazione Trump. Un ambiente ostile negli Stati Uniti andrebbe a peggiorare anche la delicata situazione oltreoceano, dove Amazon deve continuamente gestire investigazioni di fisco e antitrust. La paura è che Trump si opponga agli accordi commerciali transoceanici e imponga tariffe enormi sulle importazioni dalla Cina, elemento che andrebbe a gravare pesantemente sulle aziende – Amazon compresa – e, di conseguenza, sul prezzo finale applicato ai consumatori.

Secondo gli esperti, però, le paure sono pressoché infondate. "È facile fare minacce, ma molto più difficile realizzarle" ha spiegato Suresh Kotha, professore di management alla Foster School of Business della University of Washington. "Modificare un accordo esistente richiederebbe anni". Se Trump si concentrerà davvero nell'eliminazione dell'Obamacare, potrebbe rimanere ben poco tempo per il protezionismo commerciale. Anche perché molti repubblicani dovrebbero supportare una guerra contro gli accordi commerciali che per loro sarebbe controproducente. Inoltre, secondo Kotha "abbiamo più bisogno noi dei paesi orientali che loro di noi".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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