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Twitter, in aumento le richieste di rimozione di contenuti. Prima la Turchia

Twitter ha pubblicato la seconda parte del “Rapporto Trasparenza” del 2014, quella che va dal mese di giugno a dicembre dello scorso anno. Alla Turchia il primato di richieste di rimozione di contenuti, 477. Seguono poi Russia e Germania.
A cura di Francesco Russo
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Twitter ha pubblicato la seconda parte del "Rapporto Trasparenza" del 2014, quella che va dal mese di giugno a dicembre dello scorso anno. Un rapporto che risulta prezioso da sapere specie in un momento in cui aumentano le censure sul web in generale, e anche sulla piattaforma a 140 caratteri. Il rapporto quindi illustra le richieste di rimozione di contenuti e le richieste di informazioni da parte dei governi e ci si accorge che le richieste sono in aumento. Nel lasso di tempo considerato, le richieste da parte dei governi infatti sono aumentate in generale del 40%, ma in alcuni paesi si sono verificati aumenti considerevoli.

Turchia, Russia e Stati Uniti sono i paesi che si distinguono rispetto a tutti gli altri. E proprio in Turchia le richieste sono aumentate del 150%, mentre in Russia si è passati da zero richieste a più di 100 in sei mesi. Negli Usa si registra un aumento delle richieste del 29%. Aumenta la percentuale dei casi idonei per i quali dare seguito alle richieste: +8% in sei mesi.

Sempre nell'ultimo semestre del 2014 aumenta dell'84%, a livello globale, le richieste di rimozione di contenuti da Twitter da parte dei governi. E in questa classifica, in prima posizione si piazza proprio la Turchia che detiene il maggior numero di richieste, ossia 477. Segue poi la Russia con 91 richieste e poi la Germania con 43 richieste di rimozione.

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Le richieste che sono arrivate dalla Turchia riguardavano spesso casi di diffamazione e hanno riguardato 2.642 account. Su 376 ingiunzioni pervenute da giudici di tutto il mondo per la rimozione di contenuti, 328 sono state emesse da tribunali turchi. E su altre 420 richieste in tutto il mondo, 149 sono pervenute dal governo guidato Erdogan, dalla polizia e da altre istituzioni turche, secondo quanto riportato dai media del paese. Da ricordare la forte repressione di Erdogan durante le elezioni presidenziali dello scorso anno, quando al centro di uno scandalo, decise di mettere al bando YouTube e Twitter. L'accesso alle piattaforme fu poi ristabilito da una sentenza della suprema Corte turca. Il tasso di conformità delle richieste turche è stato del 50%.

Per quanto riguarda le richieste dalla Russia, queste riguardavano promozione illegale di droghe e tentativi di sopprimere manifestazioni non violente. Twitter fa sapere di aver rifiutato richieste rivolte a mettere a tacere voci critiche sul governo russo e anche limitare le discussioni sull'Ucraina. Il tasso di conformità delle richieste russe è stato del 13%.

Le richieste dalla Germania riguardavano contenuti discriminatori e inneggianti all'odio. Il tasso di conformità delle richieste era del 37%.

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