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Twitter vieta il porno vendicativo: stop a immagini e video pubblicati senza autorizzazione

In un nuovo aggiornamento dei termini di servizio, Twitter ha espressamente vietato il cosiddetto “revenge porn”, il porno vendicativo, o altre immagini intime pubblicate senza il consenso dell’altra persona.
A cura di Marco Paretti
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twitter revenge porn

Non si fermano le novità riguardanti la lotta contro gli abusi su Twitter, un tema fondamentale per l'amministrazione del social network che da tempo si trova a dover gestire situazioni sempre più difficili all'interno dei suoi spazi virtuali. L'ultima novità è costituita dal fatto che Twitter ha espressamente vietato il cosiddetto "revenge porn", il porno vendicativo, o altre immagini intime pubblicate senza il consenso dell'altra persona. Come riportato da Buzzfeed, il social network ha apportato due importanti cambiamenti all'interno dei propri termini di servizio.

"Non puoi pubblicare foto intime o video che ritraggono un soggetto non consenziente" si legge nei termini aggiornati. Un concetto poi ribadito sotto la voce "minacce e abusi". La violazione di queste politiche può portare al blocco totale dell'account responsabile della pubblicazione. La mossa punta ad arginare il fenomeno conosciuto come revenge porn, quella pratica, cioè, che porta alla pubblicazione di foto o video ripresi durante momenti di intimità con il proprio o la propria ex. Una sorta di vendetta, appunto, contro chi ci ha lasciati.

Poche settimane fa il CEO di Twitter Dick Costolo aveva pubblicato una forte autocritica indirizzata all'attuale situazione del social network. "Non sappiamo gestire gli abusi, in questo facciamo schifo" ha scritto in una nota interna ottenuta dal giornale americano The Verge "Non è un segreto e il resto del mondo ne parla ogni giorno. Stiamo perdendo utente dopo utente perché non ci occupiamo del problema dei troll". Una dura risposta dell'amministrazione era fondamentale anche dal punto di vista aziendale. Dei 500 milioni di account creati, solo la metà risultano attivi: 284 milioni. L'emorragia di utenti è quindi un problema da risolvere al più presto, pena l'ira degli investitori.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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