Uber dice no alle armi. D'ora in poi né guidatori né passeggeri potranno portare armi da fuoco all'interno dei veicoli che stanno svolgendo un servizio di trasporto tramite Uber, anche se chi le trasporta possiede un legale permesso. Prima del cambio di regolamentazione, l'azienda permetteva il trasporto di armi se il tutto avveniva seguendo le leggi locali, statali e federali. "Abbiamo adottato una politica contro le armi per assicurare che sia i guidatori che i passeggeri si sentano al sicuro all'interno della piattaforma" ha spiegato l'azienda. "Abbiamo optato per il cambiamento prima della strage di Charleston, basandoci sui feedback degli autisti e dei passeggeri".
"Cerchiamo di assicurare che chiunque utilizzi la piattaforma digitale Uber – sia i guidatori che i passeggeri – si senta al sicuro utilizzando il servizio" si legge nelle nuove politiche legate alle armi. "Durante una corsa organizzata attraverso la piattaforma Uber, l'azienda e i suoi partner proibiscono il possesso di armi da fuoco di qualsiasi tipo nel veicolo. Chiunque venga sorpreso a violare questa direttiva potrebbe perdere l'accesso alla piattaforma Uber". La scelta di bandire le armi dai propri servizi è una decisione che tutte le aziende americane possono effettuare in maniera autonoma, anche negli stati nei quali è possibile trasportare armi in luoghi pubblici.
Anche il rivale di Uber, Lift, possiede una stretta politica riguardante le armi da fuoco, proibendone il possesso su tutte le corse. Il problema, nel caso di Uber, è che i guidatori non sono diretti dipendenti dell'azienda e quest'ultima non possiede le macchine, quindi il terreno legale, come sottolinea anche il The Wall Street Journal, è piuttosto spinoso. Ad agitare ancora di più le acque, però, è la sentenza di un tribunale della California che indica gli autisti di Uber come dei veri e propri dipendenti dell'azienda, dato che quest'ultima cura ogni aspetto dal controllo degli autisti alla decisione delle tariffe di viaggio.