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Opinioni

UberPop, per l’Autorità dei Trasporti il servizio può operare: “Servono nuove regole”

Uber può operare, almeno in teoria. Ad aprirsi al servizio è l’Autorità dei Trasporti, un organo governativo indipendente responsabile del mercato dei trasporti, che nella giornata di ieri ha emesso un atto di segnalazione al governo e al parlamento sull’autotrasporto non di linea.
A cura di Marco Paretti
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Uber può operare, almeno in teoria. Ad aprirsi al servizio è l'Autorità dei Trasporti, un organo governativo indipendente responsabile del mercato dei trasporti, che nella giornata di ieri ha emesso un atto di segnalazione al governo e al parlamento sull'autotrasporto non di linea. L'elemento interessante – soprattutto per realtà come Uber – è che nel documento dell'Autorità sono contemplati tra i servizi di trasporto non di linea, per la prima volta in Italia, i Servizi Tecnologici per la Mobilità (STM, all'interno dei quali potrebbe rientrare uberPOP), affiancati ai classici NCC e Taxi.

"Il recente diffuso utilizzo di tecnologie informatiche applicate in modo innovativo alla mobilità delle persone ha avuto effetti significativi sia sulla domanda e sui comportamenti degli utenti che sul fronte dell'offerta dei servizi di trasporto locale non di linea" si legge nell'atto "il fenomeno pone in evidenza l’opportunità di regolare le piattaforme tecnologiche […] e di rimuovere alcuni vincoli connessi con lo svolgimento del servizio di taxi e di noleggio con conducente". Attualmente il documento rappresenta solo una proposta: dotrà essere recepito da governo e ministero affinché diventi una legge vera e propria. Nonostante questo, però, per la prima volta un organo governativo apre uno spiraglio alla start-up americana, recentemente colpita da un blocco del servizio UberPop in tutta Italia.

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Il documento presentato dall'ART prevede una distinzione tra il normale car sharing – la condivisione, cioè, di una tratta al fine di dimezzare i costi – e il modello di UberPop, dove i cittadini possono guadagnare mettendo a disposizione il proprio veicolo offrendo passaggi agli altri utenti. La differenza è che nel primo caso il guidatore si sta già dirigendo verso una destinazione, mentre nel secondo è il passeggero a decidere dove andare. Insomma, come in un taxi. Per il normale car sharing l'Autorità non prevede modifiche, mentre per servizi come UberPop propone un tetto massimo di guida di 15 ore settimanali, la stipulazione di un'ulteriore assicurazione e la creazione di un apposito registro regionale.

Il documento propone inoltre importanti modifiche alle regolamentazioni per gli autisti NCC – quelli di Uber classico – e per i taxi. A favore dei primi l'ART prevede l'eliminazione dell'obbligo di rientro in rimessa a fine turno e la consegna della gestione dei bacini sovracomunali alle regioni. I taxi, invece, potranno proporre sconti e costituire un'impresa accumulando più licenze. Se il parlamento dovesse accogliere la proposta, UberPop potrebbe tornare operativo in tutto il paese. Attualmente, nonostante manchi meno di una settimana al termine imposto dal Tribunale di Milano, l'azienda non ha ancora chiesto agli autisti di UberPop di fermare il servizio. "Continuiamo a lavorare senza sosta per una mobilità migliore e accessibile a tutti e ti terremo aggiornato su ogni sviluppo futuro" ha scritto Uber agli autisti.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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