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Una tassa su Google, Netflix e gli altri colossi del web per finanziare film e fiction

In un documento presentato lunedì dal ministro Franceschini e dal sottosegretario Giacomelli alle associazioni dei produttori e alle televisioni è emersa la volontà di istituire una “tassa di scopo” per i colossi del web come Google, Amazon e Netflix per sostenere il cinema e le fiction di produzione italiana.
A cura di Matteo Acitelli
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In un documento presentato lunedì dal ministro Franceschini e dal sottosegretario Giacomelli alle associazioni dei produttori e alle televisioni è emersa la volontà di istituire una "tassa di scopo" per i colossi del web come Google, Amazon e Netflix per sostenere il cinema e le fiction di produzione italiana.

Il documento, dal titolo "Rafforzamento del settore audiovisivo", riprende quanto già avviene in altri paesi come la Francia dove già da qualche tempo esiste una tassa che obbliga le TV a versare il 5,5% del fatturato per finanziare cinema e fiction con alcune agevolazioni legate all'IVA al 10% e in Germania dove invece si aspetta l'ok dalla Commissione UE per una tassa per i big del web statunitensi, si parla di circa 13 milioni di euro l'anno che verranno investiti per produzioni nazionali (70%) e distribuzione nei cinema e su TV (30%).

Analizzando il documento "Rafforzamento del settore audiovisivo" presentato dal ministro del Mibact Dario Franceschini e dal sottosegretario del Mise, Antonello Giacomelli, si intuisce la volontà di un ripensamento complessivo dei finanziamenti: più risorse alla Mostra del Cinema e al Centro Sperimentale e meno a convegni e pubblicazioni inutili. Spazio anche alla televisione: Rai, Mediaset e le altre emittenti tradizionali non potranno più sperare in deroghe ai loro obblighi di produzione e programmazione di opere indipendenti, dovranno sfruttare i film che acquistano entro qualche anno e saranno costretti a distribuirli su tutte le piattaforma, web compreso, pena la perdita dei diritti.

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