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WhatsApp, 11 persone arrestate in Iran per aver insultato Ruhollah Khomeyni

Undici persone arrestate nella provincia di Shiraz, nel sud dell’Iran, con l’accusa di aver “insultato” il fondatore della Repubblica islamica, l’ayatollah Ruhollah Khomeini.
A cura di Matteo Acitelli
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Nella provincia di Shiraz, nel sud dell'Iran, sono state arrestate ben 11 persone con l'accusa di aver "insultato" il fondatore della Repubblica islamica, l'ayatollah Ruhollah Khomeini. Secondo quanto è stato dichiarato dal comandante dei Guardiani della Rivoluzione di Shiraz, il generale Esmail Mohebipour "undici persone sono state arrestate dopo aver monitorato le app utilizzate sui telefoni cellulari come WhatsApp, Viber e Tango".

La notizia degli undici arresti arriva a poche ore di distanza dal divieto di utilizzo delle applicazioni di messaggistica istantanea imposto dal governo di Teheran. Le motivazioni che hanno spinto a vietare l'utilizzo delle app di messaggistica istantanea è spiegato nella lettera che Gholamhossein Mohseni-Ejeie, numero due della magistratura, ha inviato a Mahmoud Vaezi, ministro delle Telecomunicazioni: limitare la diffusione di messaggi contro Ruhollah Khomeyni, fondatore della Repubblica islamica.

Ancora una volta WhatsApp verrà oscurato. La stessa situazione si verificò a Maggio, quando insieme a Whatsapp furono sottoposti a censura tutti i maggiori social network come Facebook, Twitter e YouTube. Hassan Rohani ha tentato di eliminare la censura nel paese provocando il fronte conservatore che invece definisce i social network e le app di messaggistica istantanea come "fonti di deviazione morale per la società iraniana". E mentre milioni di utenti continuano ad utilizzare i servizi offerti da Internet grazie a speciali software che permettono di arginare i blocchi imposti dallo stato, le autorità continuano la loro guerra ai social network.

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