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WhatsApp, in Brasile l’app è stata di nuovo sospesa per 72 ore

Dalle ore 14 locali, le ore 19 in Italia, WhatsApp è stata sospesa in Brasile per un tempo di 72 ore. La giustizia brasiliana ha intimato tutte le compagnie telefoniche locali, di rete fissa e mobile, di bloccare il servizio di messaggistica WhatsApp in tutto il territorio del Paese. Un nuovo caso dopo quello del dicembre scorso.
A cura di Francesco Russo
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Dalle ore 14 locali, le ore 19 in Italia, WhatsApp è stata sospesa in Brasile per un tempo di 72 ore. La giustizia brasiliana ha intimato tutte le compagnie telefoniche locali, di rete fissa e mobile, di bloccare il servizio di messaggistica WhatsApp in tutto il territorio del Paese. La notizia viene diffusa dai quotidiani locali Estadao e Folha. Praticamente tutte e cinque le compagnie attive sul territorio brasiliano, vale a dire Tim, Vivo, Claro, Nextel e Hi, sospenderanno l'utilizzo dell'app di messaggistica istantanea per i prossimi tre giorni. E questa non è la prima volta che succede, già lo scorso dicembre l'app era stata sospesa per 48 ore per ordine del giudice Marcelo Maia Montalban, lo stesso che ha preso la decisione per oggi.

WhatsApp cade di nuovo sotto il veto della giustizia brasiliana, il giudice Montalban non è nuovo a questo tipo di interventi. La vicenda ruota al fatto che le compagnie telefoniche che operano in Brasile, tra le quali figura anche TIM Brasile, ritengono che l'app di messaggistica istantanea, la più usata al mondo, violi i regolamenti vigenti sul territorio. Il fatto che attraverso l'app sia possibile anche telefonare, sostengono in maniera unitaria le compagnie telefoniche, deve essere regolamentato. E quindi che WhatsApp deve attenersi alla regole. Il nuovo divieto di utilizzo dell'app stavolta è più duro di quello precedente, del dicembre 2015. Stavolta il periodo di sospensione è più lungo, 72 contro le 48 ore del precedente provvedimento, e la multa per le compagnie che non si attenessero al provvedimento di Montalban è di 500 mila Real, ossia poco più di 124 mila euro.

Altra valutazione che starebbe alla base di questo nuovo blocco è che WhatsApp, quindi Facebook, non vuole collaborare nelle indagini su alcuni casi criminali riguardanti traffici di stupefacenti. Una situazione che lo scorso febbraio aveva portato all'arresto di Diego Dzodan, vice presidente di Facebook per l'America Latina.

Si tratterebbe quindi di un'azione del tribunale brasiliano per indurre WhatsApp a cedere e quindi a collaborare nelle indagini, il che significa dare l'accesso dei propri server alle autorità brasiliane. Un nuovo caso che farà discutere ancora.

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